Dal Diario di bordo di Samantha Cristoforetti:
Star City (Mosca, Russia), 11 dicembre 2013—Oggi altra pratica di avvicinamento e docking manuale!
Ecco un’occhiata più ravvicinata agli strumenti che usiamo. Nella nota L-352 del Diario ho parlato della vista dal periscopio, che è orientato in avanti quando ci avviciniamo alla Stazione. Nella foto potete vedere la vista quando la Sojuz ha attraccato: il bersaglio romboidale è allineato con il periscopio e dobbiamo mantenerlo al centro e con le croci allineate. In questo particolare docking, se guardate con attenzione, potete vedere un lieve disallineamento in cabrata (la linea orizzontale è un po’ bassa), che è ancora pienamente accettabile.
La grande sfida nel pilotare manualmente è che non abbiamo misure della distanza e della velocità. Valutiamo visivamente la distanza usando la griglia e una tabella di conversione basata sulla dimensione apparente del Modulo di Servizio, il boccaporto di attracco e il bersaglio. Per esempio, sappiamo che quando il diametro del Modulo di Servizio è largo quanto 1 divisione della griglia siamo a 200 metri; se il diametro del boccaporto di docking è di 2 divisioni, siamo a 70 metri; e se il bersaglio è di 3 divisioni, siamo a circa 3 metri dal contatto.
La valutazione della velocità è un po’ più complicata ed è basata sull’accelerazione nota dei thruster (motori di assetto e traslazione). Se iniziamo da una velocità di avvicinamento approssimativamente zero e diamo un impulso in avanti di 10 secondi, sappiamo che abbiamo accelerato di circa 0,4 metri al secondo. Diventa più difficile negli scenari di avaria al computer, perché ogni volta che usiamo il comando di orientamento sulla destra per regolare la cabrata o l’imbardata, diamo anche una significativa spinta in avanti che non è compensata e richiede che se ne tenga conto. È particolarmente importante quando stabiliamo il contatto con la Stazione: vogliamo che la velocità sia compresa fra 0,06 m/s e 0,15 m/s. Specialmente che non sia più alta di quella!
Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS. Leggi il Diario di bordo di Samantha Cristoforetti e l’introduzione.