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L-344: Ecco a voi il sistema di docking della Sojuz!

Il meccanismo di docking di una Soyuz. Fonte: NASA

Il meccanismo di docking di una Sojuz. Fonte: NASA

Dal Diario di bordo di Samantha Cristoforetti:

Star City (Mosca, Russia), 16 dicembre 2013—Oggi Terry e io abbiamo passato la giornata agli stabilimenti del produttore della Sojuz Energia nella città di Korolev, nell’area metropolitana di Mosca. Il nome Korolev vi risulta familiare?

Abbiamo avuto un certo numero di corsi differenti con hardware ad alta fedeltà, incluso uno sul sistema di docking in cui abbiamo potuto vedere il meccanismo funzionare realmente, dalla prima cattura della testa della sonda fino alla ritrazione completa della sonda e la chiusura dei ganci.

Sfortunatamente fare fotografie non è consentito presso Energia, ma ho trovato questa foto dell’interfaccia di docking di una vera Sojuz o Progress.

Nel cerchio verde potete vedere la sonda di docking, che qui è completamente ritratta. Ci sono quattro petali sulla sonda: quando uno qualunque di questi petali viene premuto contro il cono ricevente della Stazione durante il docking, riceviamo il segnale “Contatto”, l’inizio della sequenza di docking.

Un po’ di tempo e diversi segnali di sensori dopo, le interfacce di docking hanno stabilito il pieno contatto e i ganci possono essere chiusi: li potete vedere nella foto, ne ho evidenziata una coppia nel cerchio giallo. In ogni coppia, un gancio è fisso e l’altro è mobile. I ganci corrispondenti sui lati della Stazione sono invertiti, in modo che il gancio mobile della Sojuz possa afferrare il gancio fisso della Stazione e viceversa. Non sempre chiudiamo i ganci su entrambi i lati.

Ho anche evidenziato in rosso uno dei due respingitori a molla. Durante la sequenza di docking vengono compressi mentre le interfacce si uniscono, immagazzinando così energia nelle molle. All’undocking, appena apriamo i ganci quell’energia viene rilasciata e la Sojuz è letteralmente spinta via. Un sistema semplice e ingegnoso!

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS. Leggi il Diario di bordo di Samantha Cristoforetti e l’introduzione.

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