Durante l’incontro tenutosi a Parigi lo scorso 29 novembre, il Comitato Programmi Scientifici di ESA ha scelto il tema “L’universo caldo ed energetico” come oggetto della prossima missione di classe L, che è prevista per il 2028. L’argomento è stato proposto da un gruppo internazionale guidato da Kirpal Nandra, direttore del Max Planck Institute for Extraterrestrial Physics. Ora lo stesso gruppo di scienziati si è dato il compito di proporre un nuovo “mission concept” per investigare su alcune delle più importanti domande che l’astrofisica attuale propone. Il telescopio ATHENA (Advanced Telescope for High-energy Astrophysics, nell’immagine) disporrebbe delle capacità necessarie per rivoluzionare il nostro modo attuale di concepire l’universo.
Il gas caldo è oggi la componente dominante nell’universo, ed è alla base delle più grandi strutture osservabili: gli ammassi di galassie. Avendo una temperatura superiore a 10 milioni di gradi, il gas ha una grande emissione nella frequenza dei raggi X: un telescopio a raggi X con alta sensibilità e buona risoluzione angolare permetterebbe di acquisire informazioni radicalmente nuove sulla evoluzione delle strutture gassose a partire dall’infanzia del cosmo, nonchè di indagare i meccanismi non-gravitazionali di surriscaldamento e le turbolenze che si accompagnano ai mutamenti nelle strutture della materia ordinaria. Inoltre, l’esame ai raggi X è il modo migliore per studiare i buchi neri “supermassivi” primitivi, e le loro complesse interazioni con le galassie e gli ammassi di galassie.
Se effettivamente Athena verrà scelto come mezzo per raggiungere l’obiettivo della missione di classe L, occorreranno circa 3-4 anni per consolidarne la tecnologia, e circa dieci per la realizzazione vera e propria.
Durante lo stesso convegno di Parigi, ESA ha anche scelto “l’Universo Gravitazionale” come tema per la successiva missione di classe L; in questo caso la missione/strumento scelto dovrebbe essere eLISA (evolved Laser Interferometer Space Antenna), un osservatorio spaziale che tenterà di individuare le elusive onde del campo gravitazionale.
fonte: Max Planck Institute