L-363: Gestire i malfunzionamenti del sistema di docking dell’ATV
Dal Diario di bordo di Samantha Cristoforetti:
European Astronaut Centre (Colonia, Germania), 26 novembre 2013—Oggi Sasha e io abbiamo avuto una giornata piena per l’addestramento sull’ATV, iniziando con una lezione sui malfunzionamenti del sistema di docking (attracco).
L’ATV usa una versione leggermente modificata del sistema di docking russo, quello della Sojuz e della Progress. È un sistema molto robusto che ha dimostrato più volte il suo valore. Tuttavia, abbiamo dei piani d’emergenza nel caso qualcosa vada storto.
La cosa principale che deve funzionare è la retrazione della sonda di docking. Come potete vedere nella foto, una volta che l’ATV è in orbita la sonda di docking viene estesa. È la testa della sonda di docking che stabilisce la prima connessione meccanica con la Stazione. Dopodiché la sonda viene lentamente ritirata, tirando l’ATV fino a quando le intere interfacce di docking possono essere accoppiate e i ganci chiusi.
Se non si riesce a ritirare la sonda per qualche ragione, abbiamo un problema. La testa della sonda viene catturata, ma non abbiamo una connessione meccanica rigida fra l’ATV e la Stazione. Con l’ATV attaccato solo tramite la sonda, non possiamo applicare le coppie di controllo alla Stazione per mantenerla in un assetto desiderato. Fino a quando non risolviamo il problema, dobbiamo rimanere in deriva libera.
Ecco perché, se non potessimo realmente ritirare la sonda, né automaticamente né con i comandi manuali, dovremmo ben presto mandare via l’ATV. Per una giornata veramente storta, abbiamo perfino l’opzione di separare pirotecnicamente il meccanismo di docking. Quella sarebbe veramente l’opzione da ultima spiaggia, comunque, perché terminerebbe definitivamente la missione dell’ATV e renderebbe il boccaporto di attracco inutilizzabile.
Foto credit: NASA
Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS. Leggi il Diario di bordo di Samantha Cristoforetti e l’introduzione.
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