La progettazione e la fabbricazione di una parte di hardware fondamentale per il volo che verrà impiegato dalla NASA per mantenere al sicuro la nuova astronave della NASA Orion durante il lancio, è stata recentemente completata presso le Janicki Industries di Hamilton, Washington. L’hardware è giunto il 26 Settembre scorso presso il Marshall Space Flight Center della NASA di Hunstville, Alabama, per essere sottoposto alla messa a punto finale prima del debutto della capsula Orion, previsto per Settembre 2014.
Stiamo parlando di un diaframma che fungerà da barriera fra l’upper stage del veicolo di lancio e lo spacecraft, impedendo all’idrogeno gassoso proveniente dal razzo di entrare in contatto con la capsula contenente l’equipaggio prima e durante il lancio.
“La struttura che abbiamo costruito è essenzialmente una barriera,” ha spiegato Kevin
Rivers, project manager dell’Orion Launch Abort System per il centro Langley della NASA. “Il suo intento principale è quello di formare uno spazio al di sopra del serbatoio dell’idrogeno che possa poi essere spurgato mediante l’immissione di azoto al fine di impedire l’accumulo di idrogeno gassoso assicurando così la sicurezza dell’equipaggio.”
“Le strette relazioni intercorse fra la NASA e le Janicki Industries relativamente alla realizzazione del diaframma ci permettono di ottimizzare la sua performance, la massa ed anche di avvantaggiarci sfruttando un certo risparmio economico intrinseco nel processo.” Ha concluso Rivers.
Il diaframma, che è una struttura leggera in composito, è stato progettato da un team di ingegneri del Langley Research Center della NASA di Hampton, Virginia, in stretta collaborazione con il Marshall SFC. Il componente è una parte integrale dell’adattatore dello stadio che collegherà Orion al razzo Delta IV Heavy nel corso della sua prima missione, denominata Exploration Flight Test-1 (EFT-1) e nel primo lancio del nuovo vettore dell’agenzia spaziale statunitense Space Launch System, previsto per il 2017.
Tuttavia, prima dell’integrazione, la struttura a forma di scodella verrà sottoposta a dei test in pressione presso il Marshall, per verificarne la sua capacità di affrontare i carichi previsti durante il lancio. Un sistema per il vuoto applicherà dei carichi sul diaframma, simulando le peggiori condizioni prevedibili, certificandolo quindi per il volo.
EFT-1 invierà una capsula Orion a quasi 5800 km di quota, 15 volte più lontano dell’International Space Station. Nel corso del test che si svolgerà nel 2014, Orion ritornerà sulla Terra ad una velocità di circa 32.200 km/h; ad una velocità più elevata quindi, di qualsiasi attuale veicolo spaziale adatto ad ospitare esseri umani.
SLS fornirà una nuova capacità all’esplorazione umana al di là dell’orbita terrestre. Esso è progettato per essere flessibile sia per le missioni con equipaggio che per quelle cargo; sarà sicuro, conveniente e sostenibile per permettere agli Stati Uniti di proseguire il proprio viaggio di esplorazione del cosmo. SLS sarà un vettore in grado di spingere la capsula Orion ed il suo carico umano, con i vari esperimenti ed equipaggiamenti, verso luoghi del Sistema Solare mai raggiunti prima dall’uomo.
La missione EFT-1 permetterà agli ingegneri di verificare la performance del diaframma in volo, con parecchio tempo a disposizione per effettuare qualsiasi eventuale modifica progettuale, prima che l’hardware venga utilizzato in voli con equipaggio.
Fonti: ParabolicArc.com; NASA
Nell’immagine in evidenza, il diaframma adattatore lascia il sito produttivo delle Janicki Industries alla volta del Marshall Space Flight center della NASA. Credit: Janicki Industries/Langley Research Center