SpaceX fornisce alcuni particolari sul debutto del Falcon 9 v1.1
Dopo il lancio di debutto della versione aggiornata del razzo vettore Falcon 9, avvenuta con successo lo scorso 29 Settembre 2013, la compagnia SpaceX ha fornito alcune immagini e dettagli aggiuntivi per quanto riguarda le sorti del primo stadio.
Dopo lo spegnimento dei motori principali, avvenuto a 2 minuti e 43 secondi dal decollo dalla rampa 4-E della base aerea di Vandenberg in California, e distaccatosi dal secondo stadio che ha provveduto a immettere in orbita polare alcuni satelliti di CASSIOPE della Agenzia Spaziale Canadese, il primo stadio ha continuato il proprio volo in una traiettoria parabolica destinata a concludersi con la caduta nell’Oceano Pacifico al largo delle coste Californiane.
Dopo 7 minuti e 40 secondi da lancio, mentre il primo stadio si trovava ad una quota di circa 63,5 km e viaggiava alla velocità di 6.800 km/h, i tecnici della compagnia spaziale fondata da Elon Musk hanno effettuato una prima ri-accensione di 3 dei 9 motori allo scopo di ridurre la velocità di discesa e di controllare la traiettoria (immagini a partire dal minuto 2.40 del seguente filmato pubblicato da SpaceX lo scorso 14 Ottobre 2013).
Questa manovra non era mai stata tentata prima da SpaceX ed effettivamente servita a rallentare e a controllare la discesa del primo stadio negli strati più densi dell’atmosfera, evitando la perdita di assetto e i rischi di compromissione della integrità strutturale del razzo a causa delle velocità supersoniche raggiunte in caduta libera.
Nel primo stadio si è però innescata una rapida rotazione intorno l’asse longitudinale, non controllabile con il solo uso dei motori di assetto, che ha comportato la centrifugazione dei propellenti liquidi (ossigeno liquido e cherosene) lungo le pareti dei serbatoi e rendendo inefficace il secondo tentativo di ri-accensione del motore centrale che, nelle intenzioni dei tecnici di SpaceX, avrebbe consentito un impatto morbido con la superficie del mare.
Questa rotazione lungo l’asse longitudinale che non ha consentito la riaccensione con successo del motore centrale del primo stadio, secondo quanto riferito da SpaceX, non si sarebbe manifestata se il primo stadio fosse stato dotato delle “zampe” di atterraggio che sono previste per la prossima evoluzione del vettore Falcon 9, chiamata Falcon 9R, per il quale il primo stadio dovrebbe essere in grado di effettuare un atterraggio morbido alla fine del proprio utilizzo.
Un altra immagine pubblicata da SpaceX mostra il primo stadio pochi istanti prima dell’impatto con l’Oceano, si stima a circa 3 metri dalla superficie del mare, ancora nell’assetto corretto per una discesa controllata.
Sfortunatamente la mancata seconda accensione del motore centrale ha portato ad un impatto a velocità elevata con la superficie del mare che ha comportato la distruzione completa del primo stadio del quale è stato possibile recuperare solo pochi pezzi.
Fonte: SpaceX.
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