Un comunicato ufficiale dell’European Space Agency dello scorso Lunedì 21 Ottobre, ha reso noto che è stata ufficialmente dichiarata conclusa la missione del satellite dell’ESA GOCE.
Dopo aver eseguito per oltre quattro anni la mappatura delle variazioni della gravità terrestre con un dettaglio mai ottenuto in precedenza, il satellite Gravity field and steady-state Ocean Circulation Explorer (GOCE), ha esaurito il propellente che dal Marzo del 2009 lo stava mantenendo sull’orbita più bassa mai utilizzata prima da un satellite.
Il suo “gradiometro”, il sensibile strumento per la misura della gravità in 3D, è stato il primo strumento del suo genere ad essere inviato nello spazio. Esso ha mappato le variazioni della gravità terrestre con una precisione mai ottenuta prima. Il risultato è stato un modello unico di “geoide”, che essenzialmente ha la forma di un oceano globale ideale a riposo e quindi adatto per le accurate misurazioni delle circolazioni oceaniche e dei cambiamenti a livello del mare e delle dinamiche dei ghiacci.
GOCE ha fornito la topografia dinamica e gli schemi della circolazione oceanica con una qualità ed una risoluzione senza precedenti, migliorando la nostra comprensione delle dinamiche degli oceani del nostro pianeta. Gli scienziati hanno sfruttato ulteriormente i dati ottenuti da GOCE, per creare la prima mappa globale ad alta risoluzione del confine esistente fra la crosta ed il mantello terrestre, detto Moho o Discontinuità di Mohorovicic’. Il satellite è inoltre diventato il primo sismometro in orbita, a rilevare le onde soniche generate dall’enorme terremoto che ha colpito il Giappone l’11 Marzo 2011.
La missione originale pianificata si è conclusa nell’Aprile 2011, ma visto che il consumo del propellente era stato molto inferiore rispetto al preventivato a causa della bassa attività solare, l’ESA ha deciso di estenderne la durata.
Nell’Agosto del 2012, il team di controllo ha iniziato ad abbassare l’orbita del satellite, da circa 255 km a 224 km. Denominata “GOCÈs second mission”, questa sua seconda missione su di un’orbita più bassa, ha permesso di accrescere l’accuratezza e la risoluzione degli esperimenti di bordo, migliorando la visione delle più piccole caratteristiche degli oceani come le correnti parassite.
Sono le parole di Volker Liebig, Director of Earth Observation Programmes dell’ESA che ci descrivono le peculiarità di questa missione che è appena terminata: “Questa innovativa missione è stata una sfida per l’intero team coinvolto; dalla costruzione del primo gradiometro spaziale al mantenimento dell’orbita bassa, in caduta libera costante, fino al suo ulteriore abbassamento.”
“Il risultato è fantastico. Abbiamo ottenuto i più accurati dati sulla gravità mai stati resi disponibili agli scienziati. Questo fatto, da solo, prova che ne è valsa veramente la pena realizzare questa missione, inoltre costantemente stanno emergendo ulteriori risultati scientifici.”
Il 21 Ottobre, la missione ha raggiunto il suo termine naturale, quando il sistema propulsivo ionico dello spacecraft ha esaurito lo xenon disponibile. Si pensa che GOCE debba rientrare nell’atmosfera terrestre in circa due settimane. Tuttavia, l’acquisizione dei dati e le operazioni legate alla gestione del satellite continueranno anche per queste ultime due settimane, almeno fino a quando i suoi sistemi non si fermeranno a causa delle aspre condizioni ambientali presenti a quelle basse quote. A quel punto, il satellite verrà definitivamente spento, sancendo di fatto anche il termine delle attività del team di controllo del volo di GOCE.
Mentre la maggior parte del veicolo andrà a disintegrarsi nell’atmosfera, alcune parti più piccole potrebbero raggiungere il suolo, in zone ed con tempistiche che al momento è impossibile prevedere, tuttavia l’area interessata verrà delimitata con maggior precisione in prossimità del rientro.
La discesa viene seguita da una campagna internazionale di monitoraggio, che coinvolge l’Inter-Agency Space Debris Coordination Commitee. Inoltre la situazione viene continuamente osservata anche dallo Space Debris Office dell’ESA, che periodicamente rilascia delle previsioni sul rientro.
L’ESA manterrà permanentemente aggiornati i propri Stati Membri e le più importanti autorità sull’evolversi della situazione.
GOCE, che pesava 1052 kg, è stato lanciato il 17 Marzo 2009 dal Cosmodromo di Plesetsk in Russia con un razzo Rockot, che lo ha collocato in un’orbita circolare polare eliosincrona di 283 km.
Fonte: ESA, Wikipedia
Nell’immagine in evidenza, GOCE al lavoro. Photo credit: ESA/AOES Medialab