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Conclusa la prima serie di test sul motore Vinci

Nell’ambito del programma di sviluppo dei lanciatori europei stabilito nell’ultima ministeriale ESA, la società Snecma del gruppo Safran ha iniziato una nuova serie di test sul motore criogenico Vinci. Questo motore nei piani dell’European Space Agency (ESA) verrà utilizzato per la propulsione del nuovo stadio superiore utilizzato sia sull’evoluzione Ariane 5 ME (Midlife Evolution), che sul nuovo vettore Ariane 6.

Lancio del volo Ariance 5 VA211.

Inizialmente il motore Vinci era già stato previsto come motore dello stadio superiore dell’Ariane 5 nella versione ACB in sostituzione del motore HM-7B utilizzato, anche attualmente, sulla variante ECA per aumentarne il carico utile ed aggiungere la possibilità di riaccensione. Il progetto venne abbandonato nel 2005 da parte di ESA poiché si ritenne che non ci fosse un mercato tale da giustificarne lo sviluppo. L’azienda francese però non abbandonò il motore e a partire dal 2005 ben 4 motori Vinci sono stati prodotti ed utilizzati in svariate serie di test a terra con un accumulo di ben 15.500 secondi di funzionamento in un totale di 61 accensioni.

Come detto, il programma ha trovato nuova linfa durante l’ultima ministeriale ESA in cui gli stati membri hanno deciso, tra le altre cose e non senza discordanze, di sviluppare l’attuale parco lanciatori con la versione ME di Ariane 5 e con il nuovo Ariane 6. Nell’ambito di questo programma è ripartito a pieno ritmo il programma di Vinci che equipaggerà lo stadio superiore di entrambi i vettori, i cui progetti sono gestiti da Astrium ST come primo appaltatore.

La serie di test che è stata iniziata in questi giorni con le accensioni del 10 e del 26 settembre scorsi, utilizza il motore Vinci nella sua versione numero 5, che è il risultato degli sviluppi maturati nelle precedenti serie di test, in particolare con una nuova turbopompa per l’idrogeno. Il motore infatti è criogenico ed alimentato da idrogeno ed ossigeno liquidi e le principali novità rispetto all’attuale stadio superiore, riguardano la possibilità di riaccensione e la spinta aumentata di circa 3 volte. I test procederanno nell’arco dei prossimi 10 mesi, per un totale di 16 accensioni previste, volte a qualificare tutte le ultime modifiche apportate e consentire di definire il progetto conclusivo del motore entro la fine del 2014. Il progetto del motore attualmente sta seguendo perfettamente il calendario ed i tempi stabiliti da ESA per il suo sviluppo che culminerà nel volo di qualificazione previsto per il 2017.

“Questo quinto modello del nostro motore Vinci conferma la maturità delle tecnologie usate, e i test mostrano le eccellenti performace del motore”, dice David Quancard, direttore della divisione Space Engines di Snecma che si occupa dello sviluppo alla guida di un team di aziende europee.

La Snecma è una società francese del gruppo Safran con sede a Courcouronnes in Francia e si occupa da anni di propulsione aerospaziale. Oltre al motore Vinci, per il programma Ariane 5, ha sviluppato e prodotto sia il Vulcain 2 del primo stadio che l’HM-7B del secondo. In ambito aeronautico invece si distingue per la produzione (in una società mista assieme a General Electric) di motori come il CFM56 ed il LEAP utilizzati da Airbus e Boeing oltre che per lo sviluppo e la produzione dei motori di quasi tutta la famiglia dei Mirage della Dassault.

 

Fonte: Parabolic Arc

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