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L-447: Immergersi nella pancia di Columbus

Samantha Cristoforetti al lavoro in un alloggiamento di un rack di Columbus. Fonte: Samantha Cristoforetti

Samantha Cristoforetti al lavoro in un alloggiamento di un rack di Columbus. Fonte: Samantha Cristoforetti

Dal Diario di bordo di Samantha Cristoforetti:

European Astronaut Centre (Colonia, Germania), 10 settembre 2013—Secondo giorno di addestramento specialistico su Columbus con il mio compagno d’equipaggio Butch.

Ieri ho detto che a volte dobbiamo far ruotare i rack fuori dagli alloggiamenti per accedere alle apparecchiature. Un esempio è il cono all’estremità di sinistra di Columbus, che contiene diversi equipaggiamenti critici dell’ECLSS.

L’ECLSS è l’Environmental Control and Life Support System (sistema di controllo ambientale e di supporto vitale). L’ECLSS di Columbus è altamente integrato con il resto della ISS e non ha capacità autonoma di rigenerazione dell’aria, cioè eliminazione della CO2 e introduzione di ossigeno. Non è un problema, tuttavia, perché diverse ventole alle interfacce del modulo forzano l’aria a circolare lungo tutta la Stazione.

Columbus ha comunque un proprio sistema di condizionamento dell’aria. Degli scambiatori di calore della condensa, che raffreddano e deumidificano l’aria della cabina, sono nel rack Deck1 che Butch e io abbiamo ruotato verso l’alto nella foto. L’equipaggiamento nel cono terminale davanti a noi comprende principalmente ventole di cabina ridondanti con i relativi filtri e condutture.

Nascoste lì sotto ci sono anche diverse valvole di chiusura che permettono l’interruzione degli scambi di fluidi fra Columbus e il resto della ISS: le condutture di alimentazione dell’azoto per i nostri rack degli esperimenti, per esempio, ma anche la conduttura della condensa che porta indietro l’acqua recuperata dall’aria della cabina per il ritrattamento nel Nodo 3.

Se dovessimo isolare Columbus per una situazione d’emergenza dovremmo chiudere quelle valvole. Fortunatamente sono motorizzate e possono essere controllate a distanza, ma se il motore si guastasse dovremmo ruotare il rack e immergerci nella pancia di Columbus per azionarle manualmente!

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS. Leggi il Diario di bordo di Samantha Cristoforetti e l’introduzione.

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