L-485: Pilotare il braccio robotico
Dal Diario di bordo di Samantha Cristoforetti:
Johnson Space Center (Houston, USA), 3 agosto 2013—Nessuna attività di addestramento è in programma nel fine settimana, anche se passerò un po’ di tempo a rivedere i miei appunti della settimana e iniziare a prepararmi per l’addestramento della prossima settimana nel NBL, la grande piscina dove facciamo pratica per le passeggiate spaziali. Terry e io ci addestreremo per la sostituzione d’emergenza di un modulo pompa. Vi suona familiare? È perché è già accaduto in orbita!
Ho allegato alcune immagini di ieri al NBL. Sono arrivata presto al mattino per un ragguaglio sulle peculiarità del braccio robotico della piscina. L’interfaccia software e i comandi manuali sono gli stessi, ma il braccio è naturalmente molto diverso e la piscina ha i suoi vincoli specifici. Se mai mi sentite dire in orbita: “Non posso andare più in là verso nadir, ci stiamo avvicinando al fondo”… qualcosa va piuttosto male!
Il pilotaggio del braccio nella piscina è concentrato principalmente sui momenti GCA. È un acronimo che abbiamo preso in prestito dal mondo dell’aviazione e sta per Ground Controlled Approach (avvicinamento controllato da terra). Un controllore GCA ha l’aereo in avvicinamento sul radar e fornisce istruzioni al pilota per mantenere l’aereo sul sentiero di discesa fino a quando il pilota ha in vista la pista. Nel mondo delle’EVA, un GCA è quando il membro dell’equipaggio in passeggiata spaziale dà istruzioni all’operatore del braccio robotico in modo da muovere il braccio verso una posizione particolare. Le istruzioni possono essere per esempio “1 metro verso lo zenit della stazione” o “15° di cabrata del corpo”. Visto che i GCA avvengono in genere vicino a strutture, una buona consapevolezza della situazione da parte di tutti quelli che sono coinvolti è molto importante e la comunicazione efficace è vitale.
Ho anche fatto pratica nell’aiutare a indossare la tuta del mio compagno di equipaggio Butch. Non è un compito facile. Normalmente abbiamo tecnici delle tute molto competenti che ci aiutano, ma in orbita saremo per conto nostro, così è importante essere in grado di aiutarsi a vicenda a entrare nella tuta.
Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS. Leggi il Diario di bordo di Samantha Cristoforetti e l’introduzione.
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