Dal Diario di bordo di Samantha Cristoforetti:
Star City (Mosca, Russia), 21 luglio 2013—Un altro giorno piovoso e freddo del fine settimana a Star City. Credo che oggi farò di nuovo allenamento in palestra invece di andare a correre fuori.
Per quanto riguarda l’addestramento, rivedrò i miei appunti della lezione sul profilo di rendezvous in 4 orbite. Che ci crediate o no, sono dovuta tornare recentemente in classe per una lezione di teoria!
Come potreste avere sentito, il viaggio verso la ISS è diventato molto più breve ultimamente. A partire dall’equipaggio di Pavel Vinogradov la scorsa primavera, stiamo sperimentando il “rendezvous veloce” che porta la Sojuz all’attracco entro circa sei ore (o quattro orbite) dal lancio.
Erano solitamente necessari due giorni per raggiungere la Stazione. Dopo l’ascesa e l’inserimento in orbita, il personale di terra tracciava la Sojuz, misurava la sua posizione e velocità effettiva e, basandosi su questo, calcolava e caricava sul computer di bordo i dati per le accensioni dei motori: quando doveva essere acceso? per quanto tempo? che orientamento doveva avere la capsula? L’obiettivo era naturalmente avvicinarsi alla ISS e in una posizione da cui il computer di bordo poteva calcolare le accensioni finali per il rendezvous.
Ora, viene fuori che dopo centinaia di lanci Sojuz e Progress, i controllori russi hanno molti dati statistici e possono prevedere piuttosto bene come l’orbita apparirà dopo il lancio. Così possiamo inserire i dati per le prime due accensioni quando il razzo è ancora sulla rampa di lancio e fare subito quelle prime due accensioni.
Significa che dopo il lancio le cose andranno piuttosto veloci! Essendo l’ingegnere di bordo, dovrò dedicare la mia attenzione principalmente alla verifica dei sistemi e ai controlli di tenuta, accertandomi che non stiamo perdendo aria nello spazio libero. Nel frattempo Anton terrà sotto controllo l’inizio della modalità dinamica: in preparazione alle accensioni del motore, la Sojuz si orienterà lungo la verticale locale (con la “pancia” che punta verso la Terra) e lui sarà in grado di osservare questa procedura nella sua vista con il periscopio. Come nella foto, tranne che a questo punto Anton vedrà la Terra, non ancora la Stazione.
Naturalmente, da buon equipaggio cercheremo di controllarci a vicenda mentre lavoriamo in parallelo, per accertarci di non trascurare nulla ed essere sulla buona strada verso l’avamposto dell’umanità nello spazio!
Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS. Leggi il Diario di bordo di Samantha Cristoforetti e l’introduzione.