Dal Diario di bordo di Samantha Cristoforetti:
Star City (Mosca, Russia), 24 luglio 2013—Oggi ho una giornata balistica!
Il centro di Addestramento dei Cosmonauti qui a Star City è la sede della centrifuga più grande del mondo con il suo braccio da 18 metri. È una bestia piuttosto imponente. Ho fatto una prima sessione la settimana scorsa (foto) e ne ho scritto qui.
Ma mentre la settimana scorsa sono andata solo fino a 4,3 G, questa voltà proverò fino a 8 G. Lo scopo di questo non è infliggere una sofferenza non necessaria ai poveri membri degli equipaggi, ma piuttosto prepararci al caso di un rientro balistico, quando i carichi di G possono facilmente arrivare fino a 8 G e anche di più!
Quindi, cos’è un rientro balistico? È una modalità in cui nessuno, né l’equipaggio né il computer, tenta di controllare la traiettoria di rientro del veicolo. Praticamente viene giù come un corpo inerte con una traiettoria dettata puramente dalle sue caratteristiche geometriche e distribuzione di massa. Con un trucco: la capsula viene messa in rotazione continua di 13° al secondo intorno al suo asse longitudinale.
Allora, perché dovremmo scegliere la modalità balistica? Non è che il rientro nominale sia un’esperienza morbida, ma questa è certamente più movimentata. Beh, potrebbe accadere per una serie di malfunzionamenti durante il rientro nominale. Ecco perché ogni qualvolta un equipaggio sta tornando dall’orbita ci sono sempre due squadre di soccorso in attesa: una al luogo di atterraggio nominale e un’altra al luogo balistico.
Ma potrebbe anche accadere che dobbiate lasciare l’orbita rapidamente a causa di un’emergenza, per esempio un incendio o una depressurizzazione. In quel caso i team di controllo al Centro di Controllo della Missione di Mosca non hanno il tempo per calcolare e caricare sul computer di bordo i dati per un rientro controllato. E allora balistico sia! E, no, non ci sarà una squadra di soccorso in attesa in questo caso.
Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS. Leggi il Diario di bordo di Samantha Cristoforetti e l’introduzione.