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Le interviste di AstronautiCAST: Luca Parmitano in partenza per la missione Volare

Luca Parmitano con la tuta EMU con cui effettuerà la sua EVA. (c) NASA

Trascrizione dell’intervista audio a Luca Parmitano nell’episodio 6×28 del podcast AstronautiCAST, pubblicato il 23 maggio 2013.
Ingegnere di volo per la missione Expedition 37 il 28 maggio 2013, Parmitano è partito con la Sojuz TMA-09M alla volta della ISS ed ha effettuato ricerca a bordo della Stazione per circa sei mesi. È stato il primo Italiano ad effettuare due attività extraveicolari.

 

Michael: E come promesso (promesso a “mezza bocca” perché volevamo tenervi la sorpresa) abbiamo con noi, di nuovo ai nostri microfoni dopo tre anni penso dall’ultima volta, Luca Parmitano! Ciao Luca!

Parmitano: Buonasera a tutti! Buonasera a tutti gli ascoltatori, ciao ragazzi!

Michael: Allora, innanzitutto come stai?

Parmitano: Sto benissimo, sono qui in Kazakistan e c’è un tempo meraviglioso. È il posto perfetto per prendere un po’ il fiato prima della partenza diciamo.

Paolo: Ecco, in quest’ultima settimana prima del lancio, quali sono le attività importanti prima dell’inizio formale della missione, quindi del lancio.

Parmitano: Direi che sicuramente uno dei momenti fondamentali è l’ingresso per la prima volta dell’equipaggio nella navetta vera, quella pronta per noi che è già qui e c’è una serie di controlli che vengono fatti. Uno in tuta da volo e poi quello ancora più importante con lo scafandro al completo, Facciamo una serie di controlli dei sistemi di bordo. Dopodiché ne verrà fatto un altro con la navetta già installata dentro la sua calotta protettiva e con tutti i carichi installati nel modulo abitativo, quello che si chiama BEO [?] e verrà fatto la settimana prossima. Queste sono le due attività principali che si fanno in preparazione. Fra le due ispezioni, stiamo aggiornando le nostre pubblicazioni di bordo che ci sono state consegnate qui al cosmodromo e le stiamo aggiornando con tutte le nostre note e con tutto quello che noi abbiamo bisogno di scrivere, quindi tempistiche “chi fa cosa” eccetera.

La capsula Sojuz

Paolo: Rimanendo in tema della navicella spaziale che utilizzerete, vorrei fare una domanda che ti avevo già fatto e che probabilmente ti rifarò in futuro, se ci sarà la possibilità, perchè mano a mano acquisisci esperienza: Come pilota sperimentatore e come appassionato di volo, che cosa ti ha colpito o incuriosito particolarmente della Sojuz. Puoi usare il gergo tecnico che vuoi, perchè questo è un momento “da intenditori” del podcast e quindi puoi essere un po’ più tecnico del solito. Ci interessa la tua opinione su questo.

Parmitano: Guarda, uno dei primi passi che si fa come pilota sperimentatore, sia alle scuole ma poi anche come pilota operativo, si chiama Cockpit Evaluation. Non so se voi ne avete sentito parlare Comunque il pilota entra per la prima volta in un nuovo sistema, (che può essere un elicottero, può essere un aereo) e come prima cosa fa questa Cockpit Evaluation che è un assestment generale, ovvero non entra nello specifico del sistema individuale ma semplicemente prende il sistema cockpit nel suo insieme e fa una valutazione. Quindi io istintivamente, sebbene non sia richiesto all’astronauta, nel momento in cui mi sono seduto nella mia navetta, ho fatto questa Cockpit Evaluation e sono rimasto sorpreso da alcune cose: Nonostante siano passati tanti anni dalla prima Sojuz, comunque poi adesso siamo alla settima serie modificata TMA-M, l’evoluzione a livello di cockpit è abbastanza arretrata. Ovvero è un sistema che rifiuta l’ergonomia della macchina rispetto all’uomo ma richiede un adattamento dell’uomo alla macchina, che è in contrasto con quello che si fa oggi con le macchine moderne. Questo per me come pilota sperimentatore è importantissimo, perché uno dei lavori principali per un pilota sperimentatore è proprio quello di poter indicare ai costruttori ingegneri quali sono le modifiche necessarie per rendere la macchina più ergonomica. Questo lavoro in Russia non viene fatto, invece è richiesto proprio l’opposto. È richiesto all’astronauta di adattarsi a quelli che sono i limiti della macchina.

L’equipaggio

Paolo: Oltre alla macchina, quindi alla Sojuz, è importante anche l’equipaggio e abbiamo visto che il vostro è particolarmente affiatato. Ecco, in quali fasi (o del volo della Sojuz o della permanenza sulla Stazione Spaziale) è particolarmente importante questo lavoro di gruppo, questo affiatamento dell’equipaggio.

Parmitano: Sicuramente con la Sojuz è importante perché nonostante il volo sia un momento brevissimo di una spedizione, perchè si tratta in tutto di sei ore e qualche minuto rispetto a centosettanta giorni di permanenza in orbita più il rientro. In realtà il fatto è che nella Sojuz, soprattutto per chi come me farà per la prima volta questo rendez-vous veloce di sei ore, è necessaria una sinergia straordinaria per gestire le varie  fasi del lancio e dell’avvicinamento.
Quindi io e Fiyodor [Yurchikhin, ndr] abbiamo lavorato moltissimo per riuscire a cambiare un pò le procedure che servono per poter fare questo lavoro. Mi spiego: nel rendez-vous normale di tre giorni c’è abbastanza tempo per il comandante e il copilota di fare quello che si chiama il Mutuo Controllo, che è uno dei pilastri del Crew Resource Management, come voi immagino saprete. Bene, nel rendez-vous di sei ore le procedure sono diverse e c’è una fase molto importante, subito dopo l’ingresso in orbita in cui il comandante e il copilota per procedura devono dividersi il lavoro e in un certo senso questo Mutuo Controllo deve essere reinventato, siamo stati noi a inventarci, a creare delle procedure per sostenere il Mutuo Controllo che però dalle procedure non è implementato.

L’equipaggio della Sojuz TMA-09M: Karen Nyberg (NASA), Fyodor Yurchikhin (RKA) e Luca Parmitano (ESA). Fonte: NASA/Gagarin Cosmonaut Training Center

L’addestramento

Paolo: Concluderei dando la parola a Marco, che credo voglia chiederti qualcosa sulle tue attività.

Marco: Si, ciao Luca! Volevo chiederti: Siccome che gli astronauti che come te vengono lanciati a bordo di mezzi Russi sulla ISS vengono sottoposti a fasi di addestramento in paesi ed in agenzie spaziali differenti, quali sono secondo te per la tua esperienza i punti più qualificanti delle esperienze di addestramento che hai avuto sia alla NASA che alla RKA durante il tuo training.

Parmitano: Guarda per quanto riguarda al GCTC quindi al Gagarin Training Center per me è facile risponderti, l’addestramento pratico nei simulatori Sojuz è estremamente qualificante, è di un realismo che raggiunge quasi il 100%. L’unica differenza che ho visto tra la navetta vera e quella nel simulatore: i sedili sono un po’ più bassi e un po’ più lontani rispetto al cockpit del simulatore. E poi l’altra differenza e che non puoi ricreare l’assenza di peso nel simulatore ma in realtà, poiché sei completamente legato al sedile, anche questo non ha molta importanza. La riproduzione è fedelissima quindi l’addestramento è straordinario e ti da una confidenza ed una sicurezza veramente senza precedenti. Per quanto riguarda Houston, l’addestramento anche lì nei simulatori è molto valido, però quello che a me ha dato più soddisfazione è probabilmente l’addestramento sott’acqua nella piscina NBL, nel Neutral Buoyancy Lab con lo scafandro da attività extraveicolare. Un’attività che mi è piaciuta moltissimo e mi ha dato molta soddisfazione. Io ho più di centoventi ore in immersione in quella piscina ed è forse grazie a questo che ho avuto questa assegnazione alle attività extraveicolari. Negli altri centri le attività non sono così varie, però sono assolutamente valide: in Canada il lavoro con il simulatore del braccio robotico è molto intenso, molto realistico e in Europa di lavora benissimo sull’ATV e su Columbus e per quanto riguarda JAXA direi è equivalente lavorare con il Kibo e con l’HTV.

Michael: Diciamo che sono stato nel Crew Training di Colonia, nel mockup di Columbus, non è molto realistico dai. No?

Parmitano: Il mockup di Columbus non deve essere realistico. Deve essere realistico per il computer che lavora all’interno del Columbus ed è un computer che è perfettamente identico a quello della Stazione. E non deve essere realistico, perché per quanto riguarda il contenuto di Columbus che sono i payload, abbiamo poi gli addestratori individuali di payload che sono estremamente realistici. In realtà sono una copia ingegneristica di quelli che sono sulla Stazione.

Michael: Beh alla fine poi il training è sulle procedure e non sul realismo del mezzo in sé, come dicevi. Una domanda su quello che dicevi prima, sul fatto che avete sviluppato delle procedure adesso visto che siete tra i primi a testare il rendez-vous corto. Immagino che le procedure per la Sojuz siano, vista l’età del mezzo, bene o male consolidate. Per l’approccio normalmente che hanno i Russi, immagino che [le procedure, ndr] siano state un po’ “calate” sui cosmonauti essendo pensate più dalla parte ingegneristica che da chi vola la capsula. È vero questo? Avete dovuto forzare un po’ il fatto di poter avere degli input da parte vostra, o no?

Parmitano: Guarda, è vero che la maggior parte dei cosmonauti prende le procedure così come vengono stampate, come vengono date a loro e in maniera molto acritica eseguono le procedure e tutti sono contenti. Le procedure così come sono scritte sicuramente funzionano, io direi che possono essere ottimizzate e questo è proprio il lavoro da sperimentatore, da collaudatore. La maggior parte dei cosmonauti non sono piloti sperimentatori ma sono piloti operativi o ingegneri, quindi loro non hanno proprio questo approccio nel cercare di cambiare una procedura. Il mio comandante Fiyodor, siccome ha moltissima esperienza (questo è il suo terzo volo su Sojuz ed il suo secondo da comandante di Sojuz), lui ha una visione molto più critica. È un ingegnere è ha questo approccio da sperimentatore e io mi sono trovato benissimo con lui perché lui ascolta moltissimo i miei input e insieme comunque abbiamo cercato di, se non modificare, comunque  cercare di utilizzare le procedure e la nostra flessibilità per migliorare la sinergia di cui ti parlavo prima. E poi una piccola cosa che ti dico: è vero che le procedure sono abbastanza consolidate, ma in realtà la macchina è nuova e quindi le procedure cambiano in realtà con ogni macchina. Sono piccole variazioni ma passo dopo passo le procedure stanno migliorando, ognuno di noi dà un piccolo contributo per cercare di migliorare queste procedure.
Io il giorno del primo esame, due anni fa, mi sono presentato con venticinque (se non sbaglio erano proprio venticinque di numero!) suggerimenti per migliorare le procedure della Sojuz. Non tutte sono state implementate ma alcuni risultati li ho visti.

Michael: È esattamente il tipo di risposta che mi aspettavo, di approfondimento! Grazie Luca. Dieci minuti sono passati…

Parmitano: Purtroppo sì…

Il coinvolgimento del pubblico

Michael: Volevo appunto sapere se ti stavamo trattenendo…

Parmitano: Se avete altre domande, approfittiamone adesso per un’altra.

Marco: Ti ringraziamo Luca anzi per la tua disponibilità, il tuo tempo. Penso che siano giorni pieni di cose da fare e di persone che ti cercano proprio prima della partenza. Vogliamo credo mandarti, a nome di tutti gli ascoltatori ma anche un po’ a nome di tutti gli Italiani, il nostro in bocca al lupo per questa tua missione. Ci renderei sicuramente orgogliosi. Sappi che ci saranno migliaia di occhi che saranno incollati ai canali di NASA TV e a qualsiasi altra fonte per guardare quello che fai ma soprattutto per sostenerti. Sei parte del nostro orgoglio di essere Italiani!

Parmitano: Ragazzi in realtà io devo confessarvi una cosa, che non so se saranno migliaia gli ascoltatori o quelli che guarderanno su NASA TV ma non ha assolutamente importanza. Vi dico che chi fa questo lavoro lo fa per voi. Lo fa per quelli che hanno questa passione, che hanno questo interesse. Io vi ringrazio dal profondo del cuore. Per la vostra passione; per la vostra pazienza; per il vostro entusiasmo in tutto quello che fate. Vi assicuro che la vostra passione rende il nostro lavoro molto più interessante e molto più bello da fare a sapere che c’è qualcuno che ci segue con il vostro interesse.
Quindi sono io che vi ringrazio del vostro tempo, della vostra curiosità e dello spazio che avete voluto dedicarmi. Grazie ancora, veramente.

Paolo: Grazie a te e buona serata!

Michael: Se vuoi ricevere il nostro programma in orbita, possiamo mandartelo via mail. Non c’è problema, abbiamo già sperimentato la cosa in passato…

Paolo: …con Diego Urbina su MARS 500…eh eh.

Parmitano: Eh eh eh! Grazie ragazzi, grazie veramente. Ciao!


Trascrizione a cura di Raffaele Di Palma. AstronautiCAST, il primo podcast italiano sull’astronautica e lo spazio, è un’iniziativa dell’Associazione ISAA.

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