Intervista a Luca Parmitano in attesa di Volare
Il nostro podcast AstronautiCAST ha intervistato Luca Parmitano a una settimana dal lancio di Volare, la sua prima missione nello spazio che lo porterà per quasi sei mesi sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS). L’intervista completa, che qui riassumiamo, è disponibile nella puntata AstronautiCAST 6×28. Si può ascoltare con il player audio nella pagina dell’episodio 6×28 oppure scaricando il file MP3 dell’episodio.
I membri dell’equipaggio della Sojuz TMA-09M Fyodor Yurchikhin (RKA), Luca Parmitano (ESA) e Karen Nyberg (NASA) sono attualmente al cosmodromo di Bajkonur, in Kazakistan, dove si trovano da alcuni giorni in preparazione al lancio verso la ISS il 28 maggio 2013. Prenderanno parte alle attività della Expedition 36/37 nell’ambito delle quali Parmitano condurrà Volare.
Parmitano ha partecipato il 21 maggio alla nostra intervista in collegamento Skype da Bajkonur dove si trova con gli altri in quarantena, un periodo di isolamento sanitario in cui si limitano i contatti diretti di persone esterne con gli astronauti in modo da mantenerne le buone condizioni di salute. Ha parlato di diversi interessanti aspetti della capsula Sojuz, dell’addestramento e della missione, in particolare dal punto di vista della sua esperienza di pilota sperimentatore.
Gli ultimi preparativi
“Sono qui in Kazakistan, c’è un tempo meraviglioso e nel posto perfetto per prendere un po’ il fiato prima della partenza,” ha esordito l’astronauta al quale abbiamo subito chiesto quali sono le attività più importanti dell’ultima settimana prima del lancio.
“Uno dei momenti fondamentali è l’ingresso per la prima volta dell’equipaggio nella navetta vera, quella pronta per noi che è già qui e c’è una serie di controlli che vengono fatti, uno in tuta da volo e poi quello ancora più importante con lo scafandro al completo. Noi facciamo una serie di controlli dei sistemi di bordo. Dopodiché ne verrà fatto un altro con la navetta già installata dentro la sua calotta protettiva e con tutti i carichi installati nel modulo abitativo.” Negli ultimi giorni gli astronauti aggiornano inoltre le pubblicazioni di bordo con le proprie note e integrazioni.
La capsula Sojuz
Parmitano ha spiegato cosa lo ha particolarmente colpito della navicella spaziale Sojuz, dal suo punto di vista di un pilota sperimentatore, raccontando le sue prime impressioni sedendosi nel simulatore della capsula. La formazione professionale lo ha portato istintivamente, anche se non richiesto agli astronauti, a una “cockpit evaluation”, cioé “un assessment generale [dello sperimentatore], ovvero non entra nello specifico del sistema individuale ma semplicemente prende il sistema cockpit [la cabina di pilotaggio, n.d.r.] nel suo insieme e fa una valutazione.”
Lo hanno sorpreso alcuni aspetti del veicolo: “Nonostante siano passati tanti anni dalla prima Sojuz, […] l’evoluzione dei cockpit è abbastanza arretrata, ovvero è un sistema che rifiuta l’ergonomia della macchina rispetto all’uomo ma richiede un adattamento dell’uomo alla macchina, che è in contrasto con quello che si fa oggi con le macchine moderne.”
L’equipaggio
L’equipaggio di Parmitano, particolarmente affiatato, ha offerto lo spunto per domandargli quali siano le fasi del volo della Sojuz o della missione in cui il lavoro di gruppo ha un ruolo importante. “Sicuramente con la Sojuz [il lavoro di gruppo; n.d.r.] è importante perché, nonostante il volo [verso la ISS; n.d.r.] sia un momento brevissimo di una spedizione, perché si tratta in tutto di sei ore e qualche minuto rispetto a centosettanta giorni di permanenza in orbita, è più il rientro,” ha spiegato aggiungendo che soprattutto per chi, come il suo equipaggio, raggiungerà rapidamente la stazione spaziale con manovre di rendez-vous veloce, “è necessaria una sinergia straordinaria per gestire le varie fasi del lancio e dell’avvicinamento.”
L’addestramento
La missione nello spazio è il completamento di un lungo percorso di addestramento con punti qualificanti diversi in paesi e agenzia spaziali diverse. “L’addestramento pratico nei simulatori Sojuz è estremamente qualificante,” ha detto senza esitazione Parmitano dell’esperienza al centro di addestramento dei cosmonauti di Star City presso Mosca. “È un realismo che raggiunge quasi il cento per cento, […] la riproduzone è fedelissima e quindi l’addestramento è straordinario e ti dà una confidenza e una sicurezza veramente senza precedenti.”
“Quello che a me ha dato più soddiffazione”, ha commentato a proposito dell’esperienza al Johnson Space Center della NASA a Houston, “è probabilmente l’addestramento sott’acqua nella piscina NBL, nel Neutral Buoyancy Lab, con lo scafandro da attività extraveicolare.” Riflettendo sulla lunga e gratificante attività al NBL, la piscina in cui si riproducono alcuni aspetti dell’assenza di peso delle passeggate spaziali, ha aggiunto “[è] forse anche grazie a questo che ho avuto questa assegnazione alle attività extraveicolari [le due passeggiate spaziali che compierà sulla ISS; n.d.r.].”
Ha poi raccontato il lavoro svolto in Canada con il simulatore del braccio robotico della stazione spaziale, in Europa con i simulatori del laboratorio Columus e in Giappone per il laboratorio Kibo e il veicolo cargo automatico HTV. Ritiene che l’aspetto più importante del modello da addestramento di Columbus non sia tanto l’accuratezza delle attrezzature scientifiche, quanto la fedeltà del computer a quello del modulo reale.
Un approccio sperimentale
Parmitano si è soffermato sul suo approccio sperimentale e ingegneristico per l’addestramento alle procedure della Sojuz, facilitato dall’ottimo rapporto con il comandante della Sojuz TMA-09M: “Il mio comandante, Fyodor [Yurchikhin], siccome ha moltissima esperienza, questo è il suo terzo volo, il suo secondo da comandante, […] lui ha una visione molto più critica. È un ingegnere ed ha questo approccio da sperimentatore e io mi sono trovato benissimo con lui perché lui ascolta moltissimo i miei input.”
Una mentalità da sperimentatore ribadita da un curioso episodio che ha raccontato: “Io il giorno del mio primo esame, due anni fa, mi sono presentato con venticinque, se non sbaglio erano proprio venticinque di numero, suggerimenti per migliorare le procedure della Sojuz.”
Parmitano si è congedato rivelando fra l’altro: “Vi dico, chi fa questo lavoro lo fa per voi, lo fa per quelli che hanno questa passione, che hanno questo interesse. […] Vi assicuro che la vostra passione rende il nostro lavoro più interessante.”
Per approfondire
L’associazione ISAA ha predisposto una serie di inziative e fonti informative per seguire la missione Volare. Abbiamo inoltre recentemente intervistato Norberto Cioffi, vincitore del concorso per la scelta del nome Volare per questa missione.
Nel luglio del 2009 AstronautiCAST aveva intervistato nell’episodio S02E07 Parmitano insieme con l’italiana Samantha Cristoforetti, selezionata con lui dall’ESA nel 2009 nel nuovo gruppo di astronauti.
Pubblicato da AstronautiNEWS / Associazione ISAA
Questo articolo è copyright dell'Associazione ISAA 2006-2024, ove non diversamente indicato. - Consulta la licenza. La nostra licenza non si applica agli eventuali contenuti di terze parti presenti in questo articolo, che rimangono soggetti alle condizioni del rispettivo detentore dei diritti.