Secondo il direttore dell’agenzia americana, ogni decisione politica mirante a riportare uomini (americani…) sulla Luna farebbe ritornare la NASA “indietro alla casella del via”. Cerchiamo, con l’aiuto del sito nasaspaceflight, di fare un riassunto di come in questi anni NASA abbia cercato nuovi sbocchi per il proprio programma di esplorazioni con equipaggio.
All’indomani dell’incidente del Columbia, il documento Vision for Space Exploration (VSE) fornì a NASA una roadmap che indicava il ritiro della flotta shuttle dopo il completamento dell’ISS, e successivamente il ritorno sulla Luna con il programma Constellation. Il nostro satellite era però visto come una tappa verso il vero obiettivo: Marte.
Con la cancellazione del programma Constellation, si è ipotizzato di visitare un asteroide nei pressi dell’orbita terrestre, mettendo questa missione al posto di quella prevista verso la Luna, e sempre con Marte come scopo ultimo del programma. Al momento, questa scaletta operativa rimane valida, sebbene passibile di variazioni.
Ad oggi, infatti, l’unica missione abbastanza definita per il sistema SLS-Orion è la prima, con la capsula priva di equipaggio che verrebbe usata per un flyby della Luna nel 2017. La seconda missione (EM-2) avrebbe dovuto in sostanza replicare la prima, ma stavolta con equipaggio a bordo. Tuttavia, recentemente, essa è stata ridefinita con un obiettivo ambizioso: il rendez-vous di una Orion con equipaggio ed un asteroide precedentemente catturato e “parcheggiato” in una orbita opportuna.
Cosa possa venire dopo (ammettendo che entrambe queste missioni si effettuino come previsto), non è dato sapere. Il manifesto di lancio di SLS sino al 2032 copre una missione l’anno, necessaria per far evolvere il vettore dalla sua capcità iniziale di 70 tonnellate, fino a 105, per poi arrivare alle 130 tonnellate definitive, che sarebbero quelle richieste per una missione manned verso Marte a metà degli anni ’30.
Si può ipotizzare che NASA intraprenderà altre missioni verso asteroidi del tipo “near-earth”, spingendosi progressivamente sempre più lontano per validare le tecnologie richieste per una missione di lunghissima durata come quella verso il pianeta rosso.
Rimane anche in piedi, sebbene priva di concreti appoggi politici, l’ipotesi di realizzare presso l’ISS una piattaforma esplorativa (“Gateway”), e poi indirizzarla tramite propulsione elettrica solare verso il punto di Lagrange numero 2, che si trova sopra la faccia nascosta della Luna.
Ed i nuovi sbarchi sulla superficie selenica? Dalla cancellazione di Constellation, i vertici di NASA non hanno mai esplicitamente sostenuto questa soluzione, sebbene l’ipotesi sia rimasta percorribile, come dimostrano i documenti del Concept of Operations. Uno di essi, ad esempio, ipotizza l’atterraggio di 4 persone, nella zona equatoriale o polare.
Ma è proprio il generale Bolden ad essere il meno convinto riguardo l’opportunità di tornare sulla Luna, ed i suoi argomenti poggiano principalmente su considerazioni di carattere economico. Il nuovo lander lunare Altair, previsto dal programma Constellation, è stato cancellato insieme al suo vettore designato, l’Ares V, e recuperare il progetto costerebbe a NASA dagli 8 ai 10 miliardi di dollari. Secondo Bolden, che ha ripetuto il concetto anche questa settimana, tornare sulla Luna distrarrebbe uomini e risorse dall’obiettivo di raggiungere Marte, un obiettivo che rimane raggiungibile in base all’attuale roadmap, almeno secondo il direttore NASA.