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Il prossimo equipaggio in 6 ore sulla ISS

La Soyuz TMA-7 lascia la ISS. Fonte: NASA

La Sojuz TMA-7 lascia la ISS. Fonte: NASA

È stato ufficialmente approvato, con la qualifica per l’equipaggio della prossima Sojuz in partenza il prossimo 28 Marzo, il piano di volo per raggiungere la ISS in sole sei ore.
Il profilo di volo ricalcherà quello che già viene impiegato da alcuni lanci per i cargo automatici Progress, raggiungendo la ISS in sole sei ore rispetto ai tradizionali due giorni.
Il lancio, con a bordo i russi Pavel Vinogradov e Alexander Misurkin, insieme all’americano Chris Cassidy, è previsto per il prossimo 28 Marzo alle 21:43 ora italiana e il docking avverrà alle 3:31 del 29 Marzo, dopo 4 orbite esatte.
La capsula Sojuz che verrà impiegata non ha subito alcuna modifica per permettere l’esecuzione di questo profilo di volo. Tale obiettivo è reso possibile esclusivamente condensando in meno di 6 ore le abituali checklist di preparazione al docking a seguito del lancio, limitando i “momenti morti” del volo e richiedendo all’equipaggio prestazioni maggiori per la durata del periodo continuativo di lavoro.
Dopo la partenza e seduti come d’abitudine nel modulo di rientro, gli astronauti non lasceranno i seggiolini fino al raggiungimento della ISS, questo obbligherà ad indossare le tute di sopravvivenza Sokol per oltre 10 ore consecutive, senza potersi svestire e spostare nel modulo pressurizzato.
Il carico di lavoro per l’equipaggio in quella giornata sarà massimo, dovendo sopportare tutte le fasi di preparazione sul pad all’interno della capsula, le delicate fasi del lancio e infine l’avvicinamento e l’aggancio con la ISS.
I tre a bordo però, seguendo questo profilo di volo, sapranno che al termine di questa lunga giornata potranno riposare in un ambiente decisamente più accogliente e spazioso, la ISS, invece di dover soggiornare per oltre due giorni nell’angusto modulo abitativo della Sojuz, in cui sono alloggiati in spazi ristrettissimi toilette e alimenti.

Non è la prima volta che un tale profilo di volo viene eseguito dalle Sojuz, già in passato, nei primi voli delle capsule Sovietiche, i docking in orbita potevano avvenire nella medesima giornata del lancio. Allora però tale risultato era ottenuto con un sensibile dispendio di carburante.
Oggi invece, con molti dei task eseguiti dai computer installati nelle versioni più recenti e da una maggiore precisione nel calcolo dei parametri di volo e delle accensioni, tale risultato può essere ottenuto senza dover utilizzare risorse aggiuntive.

Un ulteriore vantaggio portato da tale scelta è costituito da un sensibile risparmio nei costi di lancio, il control center di Mosca per il volo della Sojuz sarà infatti impegnato per una sola giornata anzichè le tradizionali tre, con la conseguente riduzione della forza lavoro necessaria.

Attualmente tale profilo di missione, nonostante la volontà dell’Agenzia Russa di renderlo standard, è stato approvato dai partner internazionali esclusivamente per il prossimo volo e una decisione per i successivi avverrà solo al termine di tale missione e dopo un’attenta analisi delle prestazioni ottenute.

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