Ha avuto inizio ieri, 1 marzo, la missione cargo Dragon CRS-2, quando alle 10 del mattino ora locale (le 16.00 in Italia) il vettore Falcon 9 di SpaceX ha acceso i nove motori a razzo del primo stadio, lasciandosi velocemente alle spalle il Kennedy Space Center diretto alla Stazione Spaziale Internazionale.
Il lancio si è svolto in modo impeccabile, e la capsula Dragon è stata regolarmente rilasciata nell’orbita prevista intorno alle 16.10 italiane. Come nelle precedenti occasioni, gli spettatori collegati via streaming hanno potuto godere delle spettacolari immagini provenienti dalle telecamere montate sul corpo del vettore, che hanno documentato le varie fasi dell’ascesa.
In seguito alla separazione tra il vettore e la capsula, sono sorti preoccupanti problemi con il sistema di controllo dell’assetto di Dragon, in particolare con i tre dei quattro cluster di razzi di manovra, che non sembravano funzionare secondo gli standard previsti.
Il primo indizio che qualcosa di anomalo stava succedendo è stata la mancata apertura dei pannelli solari di Dragon, tanto che si era temuto inizialmente in un failure del loro meccanismo di dispiegamento. Lo stesso Elon Musk, CEO di SpaceX, spiegava però via Twitter che il rilascio era stato ritardato volontariamente, per risolvere prima il problema al sistema RCS.
Subito dopo il distacco da Falcon, nel sistema di propulsione di Dragon vengono aperte le valvole tra i serbatoi dell’elio ed i serbatoi di combustibile ed ossidante (l’elio serve a “spingere” gli altri due gas nella direzione voluta), in modo da pressurizzare il sistema stesso.
Al termine della procedura solo il serbatoio dell’ossigeno n.1 risultava correttamente configurato, mentre i serbatoi n. 2,3 e 4 non mostravano alcun incremento di pressione. A causa di questo problema, come accennato, tre dei quattro cluster di propulsori di manovra risultavano inutilizzabili, e la capsula era impossibilitata a controllare il proprio assetto, rimanendo alla deriva.
La soluzione al problema è consistita in ripetute aperture e chiusure delle valvole tra i serbatoi dell’elio e dei propellenti, inducendo delle “spinte” su una serie di valvole di controllo, presenti più a valle nell’impianto, che erano le principali indiziate del malfunzionamento. Dopo ripetuti tentativi, all’improvviso il cluster n.4 ha raggiunto la pressione prevista (evidentemente alcune delle valvole di controllo si erano sbloccate), mentre i cluster n. 2 e 3 hanno raggiunto la configurazione operativa solo più tardi, e in modo molto graduale.
Il controllo dell’assetto è stato riottenuto usando i cluster n.1 e 4; si è poi proceduto al dispiegamento dei pannelli solari e all’accensione di prova dei cluster n. 2 e 3, che hanno dissipato, fortunatamente, anche gli ultimi dubbi riguardo il perfetto funzionamento delle linee di alimentazione.
In questo momento Dragon si trova regolarmente in viaggio per la ISS, anche se il recovery del problema occorso al sistema RCS ne impedirà l’attracco all’avamposto spaziale prima di domenica.
Ulteriori aggiornamenti sulla missi on the CRS-2 mission sono disponibili sul sito www.spacex.com/webcast. I video ad alta risoluzione saranno disponibili su vimeo.com/spacexlaunch mentre per le foto si consiglia spacexlaunch.zenfolio.com.