L’ESA ha annunciato gli 11 strumenti scientifici che faranno parte della missione JUpiter ICy moons Explorer (JUICE), che sarà diretta all’esplorazione di Giove e delle sue lune.
JUICE è la prima missione di classe L, o Large, contenuta nel programma Cosmic Vision 2015-2025 di ESA. Il lancio è pianificato per il 2022 con arrivo su Giove nel 2030. La sonda impiegherà tre anni in orbita compiendo osservazioni dettagliate del gigante del Sistema Solare e di tre delle sue lune, Ganimede, Callisto ed Europa. Questi tre satelliti galileiani si pensa possano contenere vasti oceani al di sotto della superficie ghiacciata. JUICE ne mapperà la superficie, scandaglierà il loro interno e valuterà le possibilità che tali oceani possano ospitare la vita.
Lo scorso giovedì 21 febbraio il Comitato Scientifico di ESA ha approvato un campionario di strumenti che include: 2 fotocamere (NAC, Narrow Angle Camera, e WAC, Wide Angle Camera), 3 strumenti per la spettroscopia (VIRHIS, Visible Infrared Hyperspectral Imaging Spectrometer, UVIS, UV Imaging Spectrometer, e SWI, Sub-mm Wave Instrument), rilevatori di campi e particelle (MAG, Magnetometer, RPWI, Radio and Plasma Wave Instrument, e PPI-INMS, Particle and Plasma Instrument – Ion Neutral Mass Spectrometer), altimetri e strumenti radio (LA, Laser Altimeter, IPR, Ice Penetrating Radar, e JRST+USO, Radio Science Instrument), per una massa totale di circa 100 kg.
Gli strumenti verranno sviluppati da team di scienziati da 15 paesi europei, gli Stati Uniti ed il Giappone attraverso programmi nazionali di finanziamento. “La selezione degli strumenti per JUICE rappresenta un importante traguardo per la prima missione flagship di ESA verso il Sistema Solare esterno, ed un’opportunità inedita per dimostrare le capacità tecnologiche e scientifiche dell’Europa”, ha dichiarato Alvaro Giménez Cañete, direttore ESA per la Scienza e l’Esplorazione Robotica. “Il range di strumenti selezionato considera tutti gli obiettivi scientifici della missione, dalle misure in-situ del vasto campo magnetico gioviano e del plasma contenuto al suo interno, alle osservazioni a distanza della superficie e dell’interno delle tre lune ghiacciate”, ha aggiunto Luigi Colangeli, coordinatore delle Missioni nel Sistema Solare per ESA.
Durante la sua missione, JUICE osserverà l’atmosfera e la magnetosfera di Giove e l’interazione di tutti e quattro i satelliti galileiani – le tre lune di cui sopra più Io – con il gigante gassoso. La sonda effettuerà una decina di flyby di Callisto, l’oggetto del sistema solare con la maggior percentuale di crateri sulla sua superficie, e sorvolerà Europa una paio di volte per compiere per la prima volta delle misure dirette dello spessore dello strato di ghiaccio del satellite.
JUICE terminerà la propria missione in orbita intorno a Ganimede, dove studierà la superficie e la struttura interna della luna, compreso il suo oceano sotterraneo. Ganimede, il satellite più grande del Sistema Solare, è l’unico satellite conosciuto che possieda un proprio campo magnetico, e JUICE ne osserverà in dettaglio le peculiari interazioni con la ben più grande magnetosfera gioviana.
“Giove e le sue lune ghiacciate costituiscono una specie di mini-sistema solare, offrendo agli scienziati europei e ai nostri partner internazionali la possibilità di imparare di più sulla formazione e la potenzialità ad ospitare la vita di mondi su altri sistemi solari”, ha dichiarato Dmitrij Titov, scienziato ESA del team di JUICE.
Agli strumenti di questo fondamentale progetto dell’ESA, contribuiscono anche la JAXA (Agenzia Spaziale Giapponese) e la NASA. L’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e l’Italia sono, invece, protagonisti assoluti con tre progetti a guida italiana e uno in collaborazione paritetica con la Francia. Si tratta della camera ad alta definizione, la cui guida è affidata a Pasquale Palumbo e ai ricercatori dell’Università Parthenope di Napoli e dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), del radar, il cui PI è Lorenzo Bruzzone che guiderà i ricercatori dell’Università di Trento che opereranno in stretta collaborazione con La Sapienza di Roma e l’INAF, dell’esperimento KAT di Radio Scienza, condotto da Luciano Iess sempre con l’Università La Sapienza di Roma e, infine, dello spettrometro JIRAM che vede cooperare l’Istituto di Astrofisica e Planetologia Spaziali dell’INAF di Roma con l’IAS francese.
Fonte: ESA, ASI