Mars Odyssey ha ripreso le attività passando a un nuovo set di attrezzature

Mars Odyssey

L’orbiter Mars Odissey della NASA è rientrato in servizio dopo essere passato a utilizzare un set di attrezzature ridondanti, fra cui un computer principale, che non erano state impiegate da prima del lancio del veicolo nel 2001.

Nella tarda giornata di domenica 12 novembre 2012 Odyssey ha ritrasmesso sulla Terra dati che aveva ricevuto dal rover della NASA Opportunity su Marte servendosi dell’apparato radio per le comunicazioni UHF (Ultra-High Frequency) del “lato B” appena entrato in funzione sull’orbiter. Erano pianificate per la settimana successiva alcune opportunità di relay per il rover su Marte più recente, Curiosity, e la ripresa delle osservazioni scientifiche dello stesso Odyssey.

“Il passaggio di componenti è andato bene. Tutti i sottosistemi che stiamo usando per la prima volta si stanno comportando come previsto,” ha detto il Project Manager di Odissey Gaylon McSmith del Jet Propulsion Laboratory della NASA a Pasadena, in California.

Come altri veicoli spaziali, questo orbiter è dotato di una coppia di computer principali ridondanti per disporre di un backup nel caso una delle unità vada in avaria. Il computer del lato A e del lato B di Odissey hanno ciascuno diversi altri sottosistemi ridondanti collegati a quello specifico computer.

Odyssey è già il veicolo spaziale più longevo mai inviato verso Marte. Lo scambio dei componenti è stato iniziato nella prima decade di novembre 2012 in risposta a mesi di dati diagnostici indicanti che l’unità di misura inerziale (Inertial Measurement Unit—IMU) del lato A mostra segni di usura. Questo meccanismo dotato di un giroscopio rileva i cambiamenti nell’orientamento del veicolo, fornendo importanti informazioni per il controllo del puntamento dell’antenna, dei pannelli solari e degli strumenti di bordo.

I dati diagnostici indicano che la IMU del lato A ha ancora pochi mesi di vita operativa utile. La ragione dello scambio di componenti è stata il mantenimento del lato A pienamente funzionante, in modo da renderlo disponibile nel caso problemi al lato B nei prossimi anni possano essere gestiti con un altro passaggio temporaneo al lato A per alcuni giorni o settimane.

“Il fatto che abbiamo componenti nuovi di zecca da iniziare a usare dopo più di 11 anni su Marte è una testimonianza della progettazione eccellente di questo veicolo spaziale e della gestione di questa missione in collaborazione con Lockheed Martin,” ha detto McSmith.

Il JPL, una divisione del California Institute of Technology di Pasadena, gestisce il progetto Mars Odissey per conto del Science Mission Directorate della NASA a Washington. Lockheed Martin Space Systems di Denver ha costruito il veicolo spaziale. Il JPL e Lockheed Martin collaborano nella gestione del veicolo spaziale.

Mars Reconnaissance Orbiter, che condivide con Mars Odyssey la responsabilità del relay dei dati per i rover su Marte della NASA, aveva continuato il servizio di supporto della ritrasmissione mentre Odyssey rimaneva non disponibile per alcuni giorni in conseguenza dello scambio dei componenti.

Odyssey, lanciato il 7 aprile 2001, iniziò a orbitare intorno a Marte il 24 ottobre dello stesso anno, cominciò le osservazioni scientifiche sistematiche del pianeta rosso all’inizio del 2002, e superò il precedente record del veicolo spaziale marziano in più lunga attività nel dicembre del 2010. La longevità di Odyssey permette la ricerca scientifica continua a bordo dell’orbiter, che include il monitoraggio dei cambiamenti stagionali di Marte da un anno all’altro, oltre al servizio di relay delle comunicazioni.

Per ulteriori informazioni sulla missione Mars Odyssey è possibile visitare il sito: mars.jpl.nasa.gov/odyssey

Fonte: NASA

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Paolo Amoroso

Si occupa di divulgazione e didattica dell'astronomia e dello spazio. Attualmente collabora con il Planetario di Milano e fino al 2012 ha lavorato per il Museo Astronomico di Brera. Si interessa di astronomia, astronautica ed esplorazione dello spazio e Google. È nel Direttivo dell'Associazione Italiana per l'Astronautica e lo Spazio (ISAA), per la quale svolge diverse attività fra cui la co-conduzione del podcast AstronautiCAST.