Il primo aereo a raggiungere, dopo nove mesi, la base di ricerca di Concordia in Antartide, è atterrato, portando provviste fresche e il cambio all’equipaggio che ha passato l’inverno in uno dei posti più isolati della Terra. L’estate è finalmente arrivata.
La stazione di ricerca di Concordia, in Antartide, è un luogo dalle condizioni estreme. In inverno, la luce del sole non si vede per almeno quattro mesi e l’equipaggio, tipicamente 12-15 persone, vive in completo isolamento. In estate, il sole rimane sopra l’orizzonte e circa 50 scienziati arrivano alla base.
Concordia si trova su un altopiano a 3200m sopra il livello del mare. Il luogo offre ai ricercatori di discipline che spaziano dall’astronomia alla sismologia, dalla fisiologia umana alla glaciologia, un laboratorio unico per i loro studi.
I trasporti non sono possibili in inverno a causa del buio perpetuo e delle temperature che arrivano a -80gradi. A queste temperature, il liquido dei freni ed addirittura il carburante congelano, rendendo impossibile raggiungere la base.
Durante i mesi invernali la stazione deve essere autosufficiente e deve far affidamento sulle scorte accumulate durante l’estate.
Per provvedere all’arrivo del gruppo del campo estivo, l’equipaggio invernale deve preparare la base. Per cominciare, gli ambienti vengono puliti a fondo per accogliere gli ospiti. La pista di 2km viene pulita da un mezzo apripista e le bandiere segnaletiche vengono tirate fuori da una coltre di circa un metro di neve portata dal vento.
La centrale elettrica estiva viene attivata. Le tende estive controllate, riscaldate ed i letti sistemati. Gli attrezzi ed i macchinari come le motoslitte e i gatti delle nevi, che durante l’inverno vengono parcheggiati in un tunnel sotto la neve, vengono tirati fuori, revisionati e messi in moto.
Per l’equipaggio permanente è un momento di sentimenti misti, dice il veterano di Concordia Eoin Macdonald-Nethercott: “Dopo aver speso mesi da soli, c’è un po’ di trepidazione, sai che tutto sta per cambiare. Ma dopo che il primo aereo è atterrato, entro una settimana i sentimenti tornano alla normalità”.
Oltre a trasportare gli scienziati e le attrezzature per la base, vengono consegnate anche le provviste per l’inverno successivo, sia per via aerea che via terra. Il paesaggio normalmente silenzioso è allora interrotto dai decolli e dagli atterraggi giornalieri.
Tre spedizioni diverse arrivano con le attrezzature più pesanti. Occorrono dieci giorni per completare la traversata di 1100km dalla stazione di Dumont d’Urville, dovendo tra l’altro salire a 3000 metri durante il percorso.
“I caravan portano ogni volta 150 tonnellate di carburante, cibo ed attrezzature” spiega Claire le Calvez, responsabile dell’Istituto Polare Francese (IPEV) a Concordia.
Quest’anno, la campagna estiva si focalizza su due programmi principali: astronomia e glaciologia. Il nuovo dottore sponsorizzato dall’ESA arriverà con l’equipaggio invernale più tardi questo mese per studiare gli effetti dell’isolamento in preparazione per le missioni spaziali di lunga durata.
Fonte: ESA