E’ passato più di un anno, ormai, da quando JUNO ha cominciato il suo lungo viaggio verso il più grande pianeta del nostro sistema solare. Tutto sembra procedere nel migliore dei modi e lo Science Working Group della missione NASA ha deciso che è venuto il momento di fare una cosa cui teneva da molto tempo: ringraziare l’Italia per il suo fondamentale contributo.
Così la riunione periodica dello ‘staff’ che segue passo passo la missione – e di cui fanno parte il direttore del Solar System Exploration della NASA, Jim Green, il principal Investigator Scott Bolton e il nostro Enrico Flamini, Chief Scientist di ASI – è stata organizzata nel nostro paese, con tappa a Roma, L’Aquila e Firenze.
Per ringraziare l’ASI, Thales Alenia Space, Selex Galileo e tutto il Team Scientifico, naturalmente. Ma, soprattutto, ringraziare la città dell’Aquila, dove è stato realizzato uno degli strumenti scientifici più importanti della missione (il KaT), per essere riuscita a consegnare tutto in tempo nonostante fosse stata appena colpita dal tragico sisma di tre anni fa.
“Ricordo ancora – ha detto il sindaco del capoluogo abruzzese, Massimo Cialente, ricevendo ieri in rappresentanza della città la targa di riconoscimento dalla NASA – quando, appena due giorni dopo il devastante sisma del 6 aprile 2009, incontrai i vertici Thales: lo stabilimento, simbolo di orgoglio e di speranza, era andato completamente distrutto. Un dolore che si aggiungeva a quello per le vittime del sisma e per la perdita della nostra città. Ma decidemmo che si doveva ripartire, a tutti i costi. E oggi possiamo dire che abbiamo raggiunto l’obiettivo”.
“Oggi – ha commentato Enrico Flamini – è stata una giornata particolarmente emozionante. Ricordo con orgoglio che il 13 agosto del 2009 insieme a Roberto Formaro, program manager ASI di Juno, eravamo a L’Aquila per spedire lo strumento Kat negli USA con una puntualità perfetta nonostante la situazione”.
“L’abnegazione delle persone e il modo di lavorare in estrema sinergia tra l’Agenzia, l’industria e la componente scientifica – ha concluso Flamini – hanno permesso di conseguire il successo tecnologico e il rispetto dei termini di consegna”.
Gli strumenti italiani a bordo di Juno sono due: lo spettrometro ad immagine infrarosso JIRAM (Jovian InfraRed Auroral Mapper, PI Angioletta Coradini INAF-IFSI, realizzato da Selex-Galileo) e lo strumento di radioscienza KaT (Ka-Band Translator, PI Luciano Iess dell’Università ‘La Sapienza’ di Roma, realizzato da Thales Alenia Space-I) che rappresenta la porzione nella banda Ka dell’esperimento di gravità. Ambedue questi strumenti sfruttano importanti sinergie con gli analoghi strumenti in sviluppo per la missione BepiColombo, ottimizzando i costi ed incrementando il ruolo sia scientifico che tecnologico italiano.
Martedì 6 novembre, lo Science Working Group di JUNO ha consegnato alla sede del CNR di Roma gli ‘awards’ all’ASI e al team scientifico (Luciano Iess, della Sapienza Università di Roma, e Alberto Adriani, IAPS-INAF). Mercoledì invece, dopo l’evento all’Aquila, ci si è spostati a Firenze per la consegna del riconoscimento a Selex Galileo.
Fonte: ASI