Sebbene il primo lancio, avvenuto lo scorso febbraio, sia stato un successo, Vega perse il collegamento telemetrico durante la fase cruciale del rilascio del fairng perché le stazioni di terra adibite alla ricezione dei dati furono oscurate dalla scia del razzo (terzo stadio, Zefiro 9).
Si tratta apparentemente dell’unica anomalia del volo, tuttavia costringerà i responsabili del progetto a modificare le stazioni di ricezione a terra o a prendere altri provvedimenti prima dei prossimi lanci. Secondo quanto dichiarato questi interventi comunque non dovrebbero essere né complicati né costosi.
Il prossimo lancio di Vega è al momento programmato per marzo 2013, il payload sarà costituito dal satellite da osservazione terrestre Proba-V, di ESA, e da un altro satellite non europeo (al momento non ancora definito).
Il problema del lancio inaugurale è stato confermato da alcuni rappresentatati di ESA all’International Astronautical Congress (IAC) a Napoli.
Lo Zefiro 9 si è acceso 216,5 secondi dopo il decollo, all’altezza di 135 km, cinque secondi dopo è avvenuta la separazione del fairing, sarebbe stato importante registrare i dati in questa fase del volo, considerando soprattutto che si trattava del primo lancio del vettore. La telemetria è stata persa per buona parte della fase propulsiva dello Zefiro 9, durata in totale 2 minuti e 13 secondi; non è stato quindi possibile registrare i dati ambientali e cinematici legati al rilascio dell’ogiva protettiva.
Al momento un team composto da ESA, ELV SpA, CNES e Arianespace è al lavoro per risolvere il problema. La prima soluzione ipotizzata prevedeva di modificare la traiettoria di lancio, ma per far questo sarebbe stato necessario apportare delle modifiche al primo stadio (P-80) per aumentarne le prestazioni di spinta. La soluzione più probabile ora è invece quella di intervenire potenziando la stazione ricevente al suolo.
ESA ha prenotato cinque voli di Vega al prezzo di 400 milioni di euro per contribuire al lancio sul mercato del razzo.
Tuttavia questo inconveniente sicuramente non gioverà a Vega sul mercato dei piccoli lanciatori per satelliti, al momento dominato dai missili balistici sovietici riconvertiti.
Vega potrebbe diventare competitivo se si riuscissero ad abbattere i costi di lancio, che al momento sono di circa 32 milioni di euro.
Per il momento un lancio per anno non è una quota soddisfacente, ha detto Antonio Fabrizi, direttore dei lanci di ESA, l’ideale sarebbe che Arianespace riuscisse ad incrementare il rateo di lancio a tre/quattro l’anno, così da poter ridurre i costi a 22 milioni di euro.
Alla ministeriale di novembre verranno comunque proposti dei piccoli interventi sul lanciatore che dovrebbero aumentarne le prestazioni e la competitività.
ESA comunque non ha piani per finanziare Vega come il fratello maggiore Ariane V, che riceve circa 120 milioni di euro all’anno.
Fonte: Space News.