Il prototipo di satellite di telecomunicazioni della ORBCOMM, lanciato in orbita lo scorso 8 ottobre 2012 come payload secondario della prima missione cargo di SpaceX verso la ISS, è andato distrutto durante il rientro incontrollato nella atmosfera terrestre.
Questo satellite, dalla massa di circa 165 kg, era stato costruito da Sierra Nevada Corporation e rappresentava il prototipo della seconda generazione di satelliti della ORBCOMM, chiamati OG-2, per fornire servizi di comunicazione bidirezionali a basso costo.
Il satellite è stato immesso in un’orbita non sufficientemente elevata per garantirne la permanenza intorno alla Terra ed è precipitato a pochi giorni dal lancio.
Come è noto, durante il lancio della prima missione cargo del Commercial Resupply Services (CRS-1), il primo stadio del vettore Falcon 9 ha manifestato un’anomalia di funzionamento del motore n. 1 con la conseguente variazione automatica dei parametri di volo ed immissione in orbita della capsula Dragon.
Terminata la fase di rilascio ed allontanamento della capsula cargo effettuata allo spegnimento del secondo stadio, ci sarebbe dovuta essere una seconda accensione del motore Merlin 1C del secondo stadio del razzo vettore Falcon 9 che avrebbe consentito il rilascio del satellite della ORBCOMM sull’orbita prevista con un’altezza compresa fra i 350 e i 750 km.
A causa dell’anomalia del primo stadio, l’accensione del secondo stadio era dovuta durare più a lungo per consentire alla capsula Dragon l’immissione nella corretta traiettoria per il raggiungimento della ISS, riducendo la quantità di propellenti necessari per la seconda accensione.
I tecnici della NASA, per non mettere a rischio la Stazione Spaziale Internazionale da una incorretta manovra di accensione del secondo stadio di Falcon 9, hanno richiesto di effettuarne la riaccensione solo se vi fossero state il 99% di probabilità di riuscita.
Sfortunatamente, mentre il combustibile ancora presente nel serbatoio del secondo stadio (cherosene RP-1) sarebbe stato sufficiente, il comburente (ossigeno liquido o LOX) rimasto avrebbe garantito solo il 95% di probabilità di riuscita della riaccensione del secondo stadio, pertanto la prevista seconda accensione non è stata effettuata ed il satellite della ORBCOMM è stato rilasciato ad un orbita troppo bassa.
Per quanto dotato di un proprio sistema di propulsione, i tecnici della ORBCOMM hanno valutato che il satellite non sarebbe stato in grado di raggiungere autonomamente l’orbita prevista e ne hanno semplicemente verificato il corretto dispiegamento dei pannelli solari e dell’antenna, riuscendo comunque a effettuare dei test che ne hanno dimostrato il corretto funzionamento.
Secondo quanto comunicato lo scorso giovedì da ORBCOMM, il mancato inserimento in orbita e la distruzione anticipata del satellite sono coperti da una polizza assicurativa che li potrà rifondere di circa 10 milioni di dollari, cifra potrebbe coprire le spese di sviluppo del prototipo di OG-2 e dei servizi di lancio.
ORBCOMM ha firmato con SpaceX un contratto per l’invio in orbita di un totale di 18 satelliti della tipologia OG-2, che vanno ad aggiungersi ai satelliti che costituiscono la rete di servizi di della compagnia di telecomunicazioni: i prossimi 8 dovrebbero essere lanciati con un vettore Falcon 9 esclusivamente dedicato allo scopo a metà 2013, e allo stesso modo i restanti 9 nel 2014.
Fonte: Spaceflightnow.com