La nuova fase della vita di GOCE
Dopo avere vissuto già più di quanto fosse stato pianificato inizialmente, il satellite dell’Agenzia Spaziale Europea GOCE si accinge ad avviarsi all’ultima fase della sua vita, che inizierà in autunno e comprenderà l’abbassamento della quota del satellite – già in orbita bassa a 259 km nella sua fase operativa nominale – fino a 240 km.
Questo abbassamento di quota riflette la necessità di provvedere a dati ancora migliori e più precisi sul campo gravitazionale terrestre di quanto abbia già fatto, e con successo, il satellite alato. Tutto ciò ponendo dei requisiti stringenti sulla recovery del satellite, riducendo i tempi massimi di recupero della missione, se in presenza di una anomalia che spenga il propulsore a Ioni.
Il funzionamento del satellite infatti si basa su un ciclo chiuso ‘retroazionato’ dell’assetto (DFACS, Drag Free Attitude Control System), del Satellite To Satellite Tracking Instrument (SSTI) e del gradiometro con la propulsione, provvedendo a livelli di spinta variabili ma continui tali da bilanciare l’effetto della resistenza atmosferica sull’asse longitudinale, creando un ambiente “drag-free” per cui le misurazioni del gradiometro stesso siano riferite al solo campo gravitazionale. Tutto ciò, portando il satellite a contrastare l’effetto di forza dell’aria rarefatta a quelle quote, garantisce una quota costante.
La missione, già estesa di un anno fino alla fine del 2012, ha già prodotto più di tre volte il volume di dati di quanto non fosse stato ipotizzato. Tuttavia è stato proprio il desiderio della Comunità Scientifica di fornire dati più accurati sul gradiente gravitazionale a definire un orbit lowering che porterà a requisiti più stringenti per il controllo ed il monitoraggio, eseguito all’European Space Operations Centre di Darmstadt, Germania.
Il primo abbassamento, avvenuto durante il mese di agosto, è stato di 11 km, fino a 247 km, mentre a Novembre si provvederà ad un ulteriore abbassamento, con l’aggiustamento del livello medio di spinta del propulsore ad Ioni. Questo ridurrà a 2 giorni il tempo massimo di eventuale spegnimento del motore a ioni a seguito di una anomalia o safe mode, dopo il quale la missione non potrà essere recuperata, mentre attualmente la recovery può essere fatta in 8 giorni. Una vecchiaia ardita dunque, prima della fine nominale della missione a fine 2013, quando il propellente che alimenta il motore a ioni sarà finito.
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