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Endeavour torna a casa

copyright NASA/Bill Ingals

Dopo un viaggio transcontinentale partito dal KSC, e dopo aver reso omaggio ad alcuni dei luoghi simbolo della California, come il Golden Gate Bridge e la scritta “Hollywood” sulle colline di Los Angeles, l’ultimo shuttle realizzato è atterrato venerdì all’aeroporto internazionale della megalopoli degli angeli. Ora dovrà essere trasportato verso la sua sede definitiva presso il California Science Center.

Ad attenderlo all’aeroporto, oltre ad una imponenente folla, Endeavour ha trovato un sistema di due gru che devono disaccoppiarlo dal 747 e depositarlo su di un mezzo di trasporto terrestre che dovrà percorrere le 12 miglia (circa 20 chilometri) che separano il LAX dalla sede espositiva. Lo stesso impianto è stato impiegato di recente per scaricare il Discovery all’aereoporto Dulles di Washington DC (destinazione: Smithsonian) e per caricare e scaricare Enterprise, che ha trovato posto sulla portaerei Intrepid nel porto di New York. Prima di ciò, il sistema duale di gru era stato usato l’ultima volta nel 1985. Le due gru vengono fissate al suolo con non meno di 200 perforazioni, ed operano simultaneamente per sollevare lo shuttle e permettere al Boeing di “sfilarsi”; segue poi la fase di carico sul trasporto terrestre.

Endeavour dovrà passare ora due settimane in un hangar al LAX: in questo periodo verrà rimosso il cono aereodinamico di coda, si riposizioneranno i finti ugelli del motore principale nella configurazione abituale, si regoleranno i portelli di ventilazione dell’orbiter, e si installeranno scale e piattaforme nella zona equipaggio, a beneficio dei futuri visitatori. Se non vi saranno contrattempi, Endeavour sarà esposto a partire dal 30 ottobre prossimo.

Nel frattempo i tecnici sono impegnati a gestire tutte le contingenze del trasporto a terra. Ad esempio, sarà necessario abbattere temporaneamente alcuni tralicci dell’alta tensione, realizzando contemporaneamente delle linee provvisorie per scongiurare black-out.

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