È avvenuto lo scorso lunedì 23 luglio il nuovo test dell’Inflatable Reentry Vehicle Experiment (veicolo sperimentale gonfiabile da rientro), che deve dimostrare la possibilità di impiegare uno scudo termico gonfiabile per proteggere i veicoli che penetrino l’atmosfera di un altro corpo celeste o debbano rientrare a terra dopo una missione. Il lancio è avvenuto dal poligono di Wallops Island, tramite un razzo Black Brant XI, di circa 20 metri per 56 centimetri di diametro.
Alla quota di 288 miglia (circa 460 km), IRVE-3 ed il suo payload si sono separati dal vettore. Lo scudo termico si è gonfiato di azoto ed ha cominciato la caduta verso la superficie, mentre le telecamere ed i sensori di bordo registravano tutti i parametri di funzionamento. A circa 20 minuti dal decollo, il veicolo sperimentale ha effettuato uno splash-down nelle acque al largo della Carolina del Nord. Tutto è avvenuto esattamente come programmato: IRVE-3 è rientrato in atmosfera a mach 10 di velocità, ed è riuscito a sopportare il calore e le accelerazioni del rientro, che hanno raggiunto rispettivamente i 538 gradi C ed i 20 g. Quando è pieno di gas inerte, IRVE ha l’aspetto di un fungo, con un diametro di 3 metri circa. La struttura è composta da 7 anelli di kevlar incolonnati, che vengono poi ricoperti da alcuni strati di materiali resistenti al calore. Oltre ai dati raccolti con la telemetria, gli scienziati potranno anche esaminare il veicolo stesso: infatti, per l’occasione, è stato mobilitato un vascello sperimentale della US Navy, denominato “M80 Stiletto”, e capace di velocità di punta di oltre 50 nodi (quasi 100 km/h). Il suo pronto intervento ha consentito di recuperare il prezioso esperimento prima che si inabissasse per sempre.
Irve-3 è parte del programma HIAD (Hypersonic Inflatable Aerodynamic Decelerator) della NASA. fonte: NASA