ISS testerà un nuovo tipo di motore a razzo
La NASA ha sviluppato una partnership denominata ISPS (Innovative Space Propulsion Systems) per lo studio di un nuovo tipo di motore a razzo con un minore impatto ambientale.
Il risultato di questa ricerca verrà portato l’anno prossimo sulla stazione spaziale con la capsula Dragon, affinchè vengano condotti estensivi test dell’apparecchiatura.
Il propellente impiegato da questo motore è una miscela esclusiva a base di ossido d’azoto ed altri ingredienti segreti, ed ha richiesto la presentazione di ben trenta brevetti. In prove al suolo il sistema ha dimostrato di poter essere azionato da una accensione a scintilla, e di poter funzionare con il carburante allo stato liquido o gassoso. Esistono 4 diverse miscele del combustibile, con impulsi specifici che arrivano a 325 secondi, e dunque paragonabili a quelli dei propellenti ipergolici standard.
Il vantaggio è che questo monopropellente non è tossico, e può essere caricato senza l’uso di tute protettive o la supervisione di personale specializzato nel trattare materiali rischiosi. Ciò si traduce immediatamente in un risparmio, che si accompagna all’impiego di materiali low-cost nella costruzione del motore, che viene prodotto sfruttando anche tecniche di “etching” (incisione ad acido) mutuate direttamente dall’industria dei microchip.
Secondo quanto riportato dal sito aviationweek, il pacchetto sperimentale del motore dovrebbe far parte del carico del terzo lancio commerciale di Dragon, andando ad occuparne la sezione non pressurizzata per essere agganciato dal braccio robotico della stazione. L’esperimento sarà montato su un adattatore esterno per il modulo Columbus, e ad esso verrà fissato. Avrà misure di 116x86x66 centimetri circa, e comprenderà circa 8 litri del nuovo propellente, un motore da circa 450 Newtons di spinta, e le relative valvole, serbatoi ed attrezzature.
I test dureranno un anno, e comprenderanno accensioni, anche prolungate, brevi impulsi, funzionamento alla massima spinta e riaccensioni dopo lunghi periodi di inattività.
Naturalmente, visto che il nuovo sistema è agganciato direttamente alla superficie della stazione, sono state prese tutte le precauzioni del caso prima di concedere l’autorizzazione all’attracco.
È questa una tipica missione della “nuova” vita di ISS, che deve passare dall'”essere costruita” all’essere “messa al lavoro”.
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