Lo scorso 29 febbraio 2012 si è tenuto il primo di una nuova serie di test sui paracadute di rientro, discesa e atterraggio per la nuova capsula Orion Multi Purpose Crew Vehicle (MPCV) che sarà il mezzo con cui la NASA manderà i propri astronauti al di là dell’orbita terrestre.
In preparazione del primo volo di prova, in programma nel 2014, da un aereo C-17 della Aviazione Militare Americana è stata lanciato un simulacro della capsula Orion dall’altezza di 25.000 piedi (circa 7.600 metri) al di sopra della base aerea militare di Yuma nel deserto dell’Arizona.
I paracadute frenanti si sono aperti ad un’altezza compresa fra i 20.000 e i 15.000 piedi (6.000 – 4.500 metri) e subito dopo si sono aperti i paracadute pilota che hanno attivato l’apertura dei paracadute principali di atterraggio, consentendo alla Orion di arrivare a terra con una velocità di 17 miglia orarie (circa 27,4 Km/h), molto inferiore alla massima velocità di atterraggio prevista per la nuova capsula.
Il test, il primo di questo genere, è servito per esaminare come i vortici generati della scia della capsula, in caduta attraverso gli strati più densi dell’atmosfera, possano influenzare l’efficacia dei paracadute nell’utilizzo reale del sistema .
Un paracadute si comporta in modo ottimale, fornendo un adeguata resistenza alla caduta della capsula, se scende nell’aria calma, mentre un flusso d’aria instabile potrebbe non consentirne il corretto dispiegamento.
Il team di progettazione dei paracadute destinati alla capsula Orion è al lavoro dal 2007 avendo effettuato numerosi test a terra, in galleria del vento e in aria e fornendo, tra l’altro, i paracadute utilizzati nel test del Launch Abort System (LAS) di Orion sulla rampa di lancio, effettuato con successo dalla NASA nel 2010.
Tutti i test eseguiti sui paracadute della capsula Orion serviranno a costruire le basi di conoscenza delle prestazioni tecniche del sistema per la sua eventuale certificazione al volo umano.
Fonte: NASA