Individuato il primo stadio del razzo Saturn V di Apollo 11

Jeff Bezos, uomo di fama internazionale per essere stato il fondatore di Amazon.com, ha recentemente catturato l'attenzione di appassionati di spazio e della NASA affermando di essere stato in grado di scoprire il luogo in cui giace il primo stadio del vettore Saturn V della missione Apollo 11 inabissatosi nell'oceano Atlantico ad est della Florida.

Il team finanziato dal magnate americano è riuscito a scovare, utilizzando il sonar, a circa 4000 m di profondità i 5 motori F-1 del primo stadio del Saturn V, ed è sua intenzione riuscire a recuperarne almeno uno per portarlo in superficie, anche se non è ancora noto in che condizioni siano in seguito al duro impatto con la superficie dell'oceano ricadendo dallo spazio e ad una permanenza di oltre 40 anni in acqua salmastra.

L'F-1 è il più potente motore a propellente liquido mai costruito negli Stati Uniti con i suoi quasi 700000 kg di spinta.  Il primo stadio del Saturn V lavorava per 2 minuti e 30 secondi portando il razzo ad una altitudine di 61 km e ad una velocità di 8600 km/h.

Dopo la separazione, il primo stadio continuava la sua traiettoria fino ad un'altitudine di 110 km. Infatti, il motore periferico continuava a funzionare fino a quando i sensori del sistema di pompaggio non misuravano l'esaurimento di uno dei due propellenti. In seguito il primo stadio cadeva nell'oceano Atlantico a circa 560 km dalla rampa di lancio.

Bezos, che nel 2000 ha fondato un'azienda che si occupa di spazio chiamata Blue Origin, ha inoltre dichiarato che, sebbene questi motori siano stati abbandonati sui fondali oceanici per così lungo tempo, questi rimangono di proprietà NASA.

Se il team sarà in grado di recuperare un motore, questo verrà con molta probabilità esposto allo Smithsonian, mentre se gli F-1 recuperati saranno due, allora il secondo Bezos desidererebbe vederlo esposto al Museo del Volo di Seattle.

Fonte: SpaceFlight Now

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Marco Carrara

Da sempre appassionato di spazio, da piccolo sognavo ad occhi aperti guardando alla televisione le gesta degli astronauti impegnati nelle missioni Apollo, crescendo mi sono dovuto accontentare di una più normale professione come sistemista informatico in una banca radicata nel nord Italia. Scrivo su AstronautiNews dal 2010; è il mio modo per continuare a coltivare la mia passione per lo spazio.