Dirigenti ESA avrebbero dichiarato lunedì 13 febbraio di voler tentare la strada della cooperazione con la Russia per portare avanti la missione marziana Exomars senza la NASA, secondo quanto riporta il sito SpaceNews.com
Con la presentazione ufficiale del budget 2013, infatti, NASA si ritira formalmente dalla missione Exomars pianificata per il 2016, confermando le voci che già circolavano da diverso tempo, mentre rimanda a una data successiva la decisione sulla missione del 2018, lasciando l'agenzia spaziale europea di fronte ad una difficile decisione.
ESA infatti sta cercando di proseguire il lavoro svolto sulle due missioni senza perdere gli investimenti fatti. Ritardare i lanci al 2018 e al 2020, rispettivamente, non è un opzione perseguibile, visto che mantenere i team industriali per altri due anni farebbe aumentare i costi anziché diminuirli.
Il mantenimento delle scadenze, però, significa che ESA dovrà trovare soldi extra per un progetto che non è riuscito a completare il finanziamento necessario nonostante gli sforzi degli ultimi tre anni. ESA è riuscita a ricevere per Exomars un finanziamento, sostenuto principalmente dall'Italia, di circa 850 milioni di euro. Il costo complessivo della missione programmata congiuntamente con NASA può essere stimato in circa 1 miliardo di euro.
L'agenzia spaziale russa, Roscosmos, ha manifestato l'intenzione di ricoprire almeno parzialmente il ruolo che era di NASA. Sul tavolo delle negoziazioni ci sarebbero due vettori Proton che lancerebbero le missioni del 2016 e 2018 in sostituzione degli Atlas forniti da NASA.
Dove la Russia però non è in grado di sostituire NASA è sui sistemi di atterraggio per il rover ESA marziano previsto per la missione del 2018. Nello scenario iniziale NASA avrebbe sviluppato insieme ad ESA un sistema di atterraggio del tipo "Sky Crane".
"La Russia ha le capacità di provvedere a tutto quello che la NASA doveva fornire, tranne il sistema di atterraggio", ha dichiarato Jean-Jacques Dordain, il direttore generale di ESA, in un'intervista subito dopo il lancio inaugurale del nuovo lanciatore Vega. "Questo sistema dovrà ora essere sviluppato interamente da ESA, quindi sappiamo già che Exomars senza NASA ci costerà di più rispetto a Exomars con NASA. Quanto di più, è ancora da vedere".
Dirigenti NASA hanno comunicato ai colleghi europei che mentre le speranze di un contributo americano alla missione del 2016 sono finite, resta la possibilità di un coinvolgimento nella missione del 2018. Rimane incerto il tipo di coinvolgimento da parte di NASA e le tempistiche di decisione all'interno dell'agenzia americana. "NASA sarà sempre la benvenuta in Exomars", ha dichiarato Dordain, "ma quello che non possiamo fare ora è consentire ai processi decisionali interni a NASA di determinare il nostro programma di sviluppo".
L'agenzia spaziale italiana (ASI) ha guidato lo sviluppo di Exomars sin dall'inizio. La situazione di crisi sul debito pubblico del governo italiano complica i tentativi di ASI di incrementare il proprio finanziamento, ma il presidente dell'agenzia italiana Enrico Saggese ha dichiarato che il supporto della propria agenzia al progetto rimane più solido che mai.
Saggese ha dichiarato che le trattative tra Europa e Russia sull'esplorazione marziana potrebbero essere allargate con l'inclusione di un lander lunare, che i tedeschi vorrebbero costruire, in combinazione con una missione Exomars ed un seguito alla sfortunata missione Fobos-Grunt, che era progettata per riportare campioni di suolo da Fobos, la più grande delle lune di Marte.
Dordain ha dichiarato che ESA presenterà ai suoi paesi membri, a metà marzo, una stima dei costi di Exomars senza NASA, includendo lo sviluppo di un lander interamente europeo. Marzo è anche il mese in cui scade il contratto con il principale partner industriale, Thales Alenia Space, ed ESA dovrà decidere se estenderlo o terminarlo definitivamente.