Atlas 5 al lavoro per la US Navy
Lo scorso 24 febbraio, da Cape Canaveral, è decollato un razzo Atlas 5 che ha immesso in orbita il satellite della marina USA denominato MUOS 1 (Mobile User Objective System), un dispositivo destinato alle comunicazioni 3G per i militari americani.
Questo lancio ha segnato il record per il payload più pesante mai accoppiato ad un Atlas in più di 600 lanci, con una massa di quasi sette tonnellate. Per raggiungere l'orbita di trasferimento geosincrono non è stato sufficiente allestire l'Atlas 5 nella configurazione usata per dar il via alle missioni interplanetarie verso Giove e Plutone: si è reso necessario aggiungere 5 boosters a propellente solido, attaccati ai fianchi del razzo.
Altra tappa raggiunta con questo lancio è il 200mo volo dell'affidabile stadio superiore Centaur, che, per non essere da meno, ha dovuto compiere ben tre accensioni critiche per posizionare MUOS 1 nella posizione desiderata.
La costellazione MUOS (che richiederà altri 4 lanci nei prossimi anni) è stata costruita intorno all'architettura cellulare 3G, ed ha il compito di aumentare in modo esponenziale le capacità di comunicazione dati e voce delle forze militari USA, dalle navi ai sommergibili, agli aerei ai mezzi e truppe di terra. I test di funzionamento si svolgeranno nella tarda primavera con collegamenti con una stazione di terra alle Hawaii, ma non è ancora stata stabilita esattamente la zona operativa di MUOS 1 quando inizierà la sua attività vera e propria.
MUOS aumenterà di dieci volte la capacità di trasmissione dell'attuale sistema Ultra High Frequency Follow-On (in breve, UFO), con un transfer rate fino a 384 kbits/secondo. La banda UHF è la prediletta dai militari, in quanto in grado di penetrare il fogliame della giungla, il tempo atmosferico più inclemente ed il territorio urbano. Ad oggi sono quasi 70mila gli apparati UHF usati dalle forze armate americane. Si tratta di dispositivi spesso ingombranti, che non possono essere usati in movimento e richiedono di puntare
direttamente il satellite per poter comunicare. MUOS invece funziona anche in movimento, grazie anche all'integrazione con stazioni di terra sparse per il globo, e può essere usato con dispositivi simili ad un "robusto smartphone". Naturalmente, è assicurata la compatibilità piena col sistema precedente.
La gestione complessiva della banda è curata attraverso un network dinamico con indirizzi IP, per massimizzarne l'efficienza ed allocare le risorse di rete là dove sono più critiche.
Lockheed Martin sta costruendo in tutto 5 satelliti MUOS (4 operativi, uno da tenersi in orbita per le emergenze), e questi si sostituiranno agli otto satelliti UFO superstiti (su 11 lanciati). Si pensi che un solo satellite MUOS offre più prestazioni di tutta la rete UFO attualmente disponibile.
MUOS 1 dovrebbe raggiungere la sua orbita definitiva entro poche settimane per iniziare i tests; MUOS 2 lo seguirà nel luglio 2013.
Nell'immagine, di ULA, il lancio dell'Atlas
Fonte: Loockheed Martin
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