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La NASA è pronta al test del powerpack aggiornato del propulsore J-2X

Per gli ingegneri al lavoro nel programma di sviluppo del propulsore J-2X, l'installazione del sistema di alimentazione aggiornato nel Test Stand A-1 avvenuta il 5 Dicembre scorso, è sembrata quasi un regalo natalizio.

Il sistema di alimentazione, o powerpack, consiste nel gas generator e nelle turbopompe e rappresenta un componente critico per il nuovo motore in fase di sperimentazione. Esso ha il compito di pompare l'ossigeno e l'idrogeno criogenici nella camera di combustione principale, al fine di produrre la spinta propulsiva desiderata.

L'installazione di questo componente di nuova generazione è il culmine di un intenso lavoro durato oltre due anni, durante i quali lo stand A-1 è stato pesantemente modificato per supportare questa serie di tests critici. La parte maggiore del lavoro è iniziata a metà 2008, dopo il completamento, da parte degli ingegneri della NASA, di una serie iniziale di tests sul powerpack di un propulsore J-2 rimasto in stock.
I dati raccolti da quella serie di tests, sono stati impiegati per aggiornare il powerpack che verrà usato nel motore a razzo J-2X, che servirà a spingere l'essere umano più lontano nello spazio di quello mai fatto prima nella storia.
Si prevede che il J-2X possa erogare una spinta di oltre 133 tonnellate, migliorando non di poco le circa 104 tonnellate di spinta del suo predecessore J-2 utilizzato nel programma Apollo.

Il testing del powerpack aggiornato del sistema J-2X è in programma per Gennaio 2012 presso lo Stennis Space Center della NASA, nel sud del Mississippi. Il J-2X è sviluppato dalla Pratt & Whitney Rocketdyne per il Marshall Space Flight Center di Huntsville, Alabama. Esso equipaggerà l'upper stage del nuovo vettore Space Launch System della NASA. L'SLS trasporterà l'astronave Orion, il suo equipaggio ed il suo carico di equipaggiamenti ed esperimenti scientifici nello spazio, fornendo un mezzo sicuro, affidabile e sostenibile per raggiungere la Luna, gli asteroidi e le altre destinazioni nel Sistema Solare.

Fonte: NASA/SSC

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