ISS: la situazione aggiornata al 29 agosto
Nella serata del 29 agosto NASA ha convocato una conferenza stampa per fare il punto sulla situazione della Stazione Spaziale Internazionale alla luce del fallito lancio della Progress 44. Il compito di parlare ai giornalisti è stato affidato a Michael Suffredini, responsabile per NASA del programma ISS.
Innanzitutto Suffredini ha rassicurato tutti sullo stato dell’equipaggio, il bene più prezioso a bordo dell’avamposto orbitale. I sei astronauti stanno bene, proseguono le attività programmate sulla normale tabella di marcia e a bordo ci sono provviste e materiali a sufficienza per sostenere la presenza umana fino all’estate 2012.
L’obiettivo principale perseguito dai tecnici dell’agenzia spaziale russa RKA in questi giorni è la comprensione e la soluzione del problema che ha portato al fallimento della Progress; inoltre si sta lavorando per mantenere la ISS abitata fino al ritorno al volo delle Sojuz.
Ovviamente se la ISS dovesse essere abbandonata, per un ritardo eccessivo del lancio dei prossimi equipaggi, sono previste procedure per la messa in sicurezza della stazione che ne consentiranno la totale riattivazione in un secondo momento.
Negli scorsi giorni RKA ha istituito una commissione d’inchiesta presieduta dal dr. Korotiaiev, un tecnico molto stimato nel suo paese e particolarmente esperto di propulsori a razzo, che aveva già coordinato la commissione che si occupò (risolvendoli) dei problemi occorsi in fase di rientro ad un paio di Sojuz, nel 2008.
NASA resta in attesa dei risultati, consapevole dell’importanza di risolvere la situazione nel minor tempo possibile, anche se come sempre accade nel campo spaziale, nessun dettaglio può essere trascurato.
Al momento le prime indagini hanno individuato una caduta di pressione a valle della turbopompa di uno dei motori a razzo del vettore Sojuz, in conseguenza della quale i computer di controllo hanno spento il motore stesso per motivi di sicurezza.
In ottobre si avrà un primo test sull’affidabilità del lanciatore Sojuz: in quel periodo è previsto infatti un un lancio commerciale, con un razzo analogo a quelli usati per spedire gli equipaggi della ISS in orbita, e che impiegherà lo stesso tipo di stadio utilizzato nella spedizione Progress 44. Il buon esito del volo sarà un fattore importante nelle decisioni legate al programma manned. Inoltre, si sta considerando di far volare anche la Progress 45 entro la fine di ottobre, in modo da avere almeno un paio di voli senza equipaggio prima di inviare nello spazio la prossima Sojuz.
Per quanto riguarda il rientro sulla Terra di Borisenko, Garan e Samokutayev, previsto per il prossimo 8 settembre, questa scadenza è stata rimandata, e si stanno considerando alcune date alternative a partire dalla metà di settembre.
Lo spostamento consentirà al Controllo Missione di concludere la valutazione della situazione complessiva del programma ISS alla luce di quanto accaduto, e nel contempo di guadagnare una settimana di tempo dedicato alla ricerca scientifica a bordo della ISS.
Nel prendere una decisione in merito alla data precisa del rientro, una delle variabili da gestire sarà la progressiva perdita di illuminazione solare sulle zone di landing: a causa dell’alternarsi delle stagioni e in funzione dei passaggi della ISS, a partire dal 19 settembre i team di recupero dovrebbero raggiungere la Sojuz al buio, una situazione non desiderabile nell’ottica di assicurare la massima sicurezza agli astronauti in rientro.
Le cose migliorerebbero intorno al 26 ottobre, quando le condizioni di illuminazione torneranno compatibili con un landing sicuro al 100%, ma solo fino al 19 novembre, quando arriverà un nuovo periodo di oscurità. Ancora, eventuali ulteriori ritardi dovranno tenere conto delle condizioni meteo, che tenderanno a peggiorare con l’approssimarsi dell’inverno rendendo complicato il lavoro delle squadre di ricerca.
Per quanto riguarda l’equipaggio a bordo della ISS, l’unica conseguenza pratica legata allo slittamento della data di ritorno a casa sarà che ad uno dei membri russi mancheranno vestiti puliti (a bordo della ISS non c’è una lavatrice; i vestiti sono “usa e getta” ndr). La situazione sarà mitigata da alcune scorte presenti a bordo.
Il “momento della verità” si avrà a metà novembre 2011: se entro quella data non si riuscirà a lanciare la Sojuz, la ISS dovrà essere chiusa, e rimarrà senza equipaggio fino alla soluzione definitiva dei problemi al lanciatore.
L’esperienza, per quanto indesiderabile, non è del tutto nuova né per i tecnici di terra né per gli astronauti: durante il fermo dei voli shuttle che seguì l’incidente del Columbia nel 2003, gli equipaggi a bordo della ISS furono ridotti a due astronauti, e ogni volta che questi dovevano spostare le Sojuz da un boccaporto all’altro, la Stazione doveva essere riconfigurata in modo da poter essere abbandonata anche per lunghi peridi.
Infatti, nel caso in cui le manovre di spostamento non fossero andate a buon fine, i due astronauti ai comandi sarebbero stati costretti ad un rientro imprevisto con la Sojuz che stavano “riparcheggiando”.
La Stazione può essere controllata da terra senza problemi, posto che gli astronauti prima di uscire attivino alcuni sistemi ridondanti che consentono di bypassare eventuali guasti agli impianti primari, in particolare per quanto concerne i circuiti di raffreddamento. Inoltre, tutti i portelli tra i moduli andrebbero chiusi, in modo che per isolare un eventuale elemento mal funzionante basterebbe un comando da terra per chiudere le valvole tra un modulo e l’altro.
Alla domanda di uno dei giornalisti presenti, Suffredini ha affermato che anche operazioni complesse come il rifornimento di propellenti o le manovre richieste per schivare eventuali detriti spaziali sono possibili da terra, attraverso opportuni comandi telemetrici.
In buona sostanza, senza equipaggio a bordo e in mancanza di anomalie importanti (cioè due guasti sui sistemi in tripla ridondanza), la ISS è una macchina perfettamente in grado di restare in orbita per un periodo di tempo indefinito.
Con l’ingresso dei privati nel mercato dei rifornimenti alla ISS, il management NASA deve anche affrontare il primo volo della capsula Dragon di SpaceX verso la Stazione, previsto per il prossimo 30 novembre.
Chiaramente, se la stazione sarà senza equipaggio, non avverrà alcuna missione; nel caso invece in cui i tre membri dell’incremento 29, Burbank (USA), Sharipov e Ivanishin (RUS) arriveranno a bordo in tempo, gli stessi saranno adeguatamente addestrati per utilizzare il braccio robotico della stazione, e con l’aiuto del controllo a terra completeranno la manovra di aggancio della capsula all’avamposto spaziale.
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