Charles Bolden parla del prossimo futuro di NASA
In un editoriale scritto per le colonne dell’ Orlando Sentinel, l’amministratore della NASA Charles Bolden spiega la sua visione del futuro dell’ente spaziale americano dopo il ritiro degli Space Shuttle.
L’articolo è stato rilasciato a valle dell’ennesima audizione interlocutoria dello stesso Bolden presso la Commissione Scienza, Spazio e Tecnologia (Committee on Science, Space, and Technology) della Camera dei Rappresentanti, durante la quale i parlamentari si aspettavano di ricevere ragguagli circa il progetto del lanciatore pesante SLS. Le aspettative sono state disattese, in quanto Bolden si è presentato sostanzialmente a mani vuote, attirandosi le reazioni irate dei presenti.
Nel pezzo scritto per il Sentinel Bolden respinge con forza l’idea che l’agenzia abbia di fatto rinunciato ad un ambizioso programma di esplorazione umana del cosmo; al contrario rivendica il mancato annuncio delle caratteristiche del vettore come prova del fatto che NASA comunicherà i dettagli del progetto SLS solo quando questo sarà sufficientemente maturo e solido. La legge finanziaria del 2010, con la quale vennero finanziati SLS e la capsula MPCV, prescriveva la presentazione al Congresso di un dettagliato rapporto tecnico entro lo scorso 9 gennaio, scadenza ovviamente non rispettata.
Nel merito del progetto su cui la NASA sta lavorando, Bolden spiega che la proposta in preparazione dovrebbe incontrare un largo supporto parlamentare bipartisan, nonché il nulla osta della Presidenza Obama. Non vengono rivelati ulteriori particolari tecnici, se non che il razzo sarà capace di sollevare dalle 70 alle 130 tonnellate di carico utile, e che le sue destinazioni finali saranno la fascia degli asteroidi entro il 2025 e il pianeta Marte dopo il 2030.
Secondo Bolden il ritardo accumulato rispetto alla presunta data di presentazione è dovuto alla precisa scelta di non voler compiere passi falsi per la fretta: si tratta di una decisione capace di influenzare la politica di accesso umano allo spazio per decenni a venire. Per lo stesso motivo è stata anche affidato ad una società indipendente l’incarico di revisionare i quadri economici del progetto.
In ossequio alla visione strategica del Presidente Obama, Bolden riafferma molto chiaramente come l’accesso alla LEO non rientra più tra i compiti istituzionali della NASA, che infatti non costruirà più un vettore “governativo” a questo scopo. Sono molteplici le aziende “tradizionali” e anche gli imprenditori neofiti del settore che stanno dandosi da fare per garantire all’ente pubblico spaziale americano i mezzi per raggiungere con i propri astronauti la Stazione Spaziale Internazionale. NASA è legata a tali aziende da una serie di particolari contratti di consulenza, attraverso i quali sta condividendo i dati tecnici e il know-how acquisito in cinquant’anni di volo umano nello spazio.
Questa scelta dovrebbe dare origine ad un nuovo mercato per l’accesso alla LEO, nel quale NASA figurerà come uno dei tanti clienti delle aziende che certificheranno i loro sistemi di lancio.
Bolden sostiene che grazie alle solide fondamenta gettate dal progetto SLS/MPCV, gli Stati Uniti non perderanno il ruolo di leader mondiale nel campo astronautico, e ricorda inoltre le numerose missioni automatiche in procinto di essere lanciate nel corso del 2011; tra queste la missione Juno verso Giove e il rover MSL/Curiosity verso Marte.
“Non c’è dubbio che questo periodo di transizione sia una sfida per la NASA. Ma siamo sempre stati capaci di affrontare questo genere di sfide, proprio come facemmo durante la transizione dal programma Apollo a quello dello Shuttle. Alla NASA facciamo grandi cose, cose che ispirano tutta l’umannità, Continueremmo ad essere gli innovatori di domani. La nuova era dell’esplorazione inizia oggi.”
Questa la dichiarazione di chiusura dell’articolo di Bolden. L’annuncio del programma SLS è atteso nel giro di qualche settimana, probabilmente entro la fine dell’estate. Si vedrà poi nei mesi successivi se la strategia preparata dall’Amministratore NASA sarà vincente, e se sarà in grado di superare lo scrutinio dell’amministrazione Obama prima, e del Congresso poi.
Vale la pena ricordare che se da un lato i membri della commissione parlamentare hanno fatto correre sui tizzoni ardenti Charles Bolden, gli stessi hanno depositato una bozza di bilancio per NASA che prevede il totale taglio dei fondi al telescopio spaziale JWST e una diminuzione di fordi di quasi 2 miliardi di dollari rispetto alla richiesta, continuando ad alimentare un clima di sfiducia e che lascia ampio spazio a chi interpreta tutti questi segnali contrastanti come una misura del disinteresse dei politici a stelle e strisce nei confronti del loro programma spaziale abitato.
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Fonti: Orlando Sentinel, Nasawatch.com, SpaceRef.com, House of Representatives
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