L’agenzia di stampa della Repubblica Islamica ha annunciato con orgoglio il lancio del secondo satellite iraniano, denominato Rasad, che e’ avvenuto la sera di mercoledi’ scorso.
Il satellite pesa 15.3 chili, ed ha un’orbita con altezza di 260 chilometri, corrispondenti a 15 rivoluzioni in 24 ore intorno al pianeta.
La missione di Rasad è stabilire un contatto con le stazioni a terra, ricevere comandi e scambiare dati telemetrici ed immagini. Nonostante le dimensioni lo classifichino come “microsatellite”, il comunicato sottolinea come in Rasad siano presenti tutti i sottosistemi tipici di veicoli più grandi, e come la tecnologia impiegata sia totalmente autarchica, con importanti ricadute industriali e scientifiche.
Anche il vettore impiegato è di fabbricazione iraniana. Safir (“ambasciatore”) è un razzo a due stadi di 22 metri di lunghezza per 1,25 di diametro, con una massa di 26 tonnellate.
Secondo quanto riferito dal reporter dell’IRNA, “il riuscito lancio di Rasad è un altro lungo passo verso l’affermazione della presenza della Repubblica Islamica dell’Iran nello spazio, e le quattro stazioni a terra, segnatamente Telemetria e Comando, la stazione Centrale, la stazione Mobile e la stazione di Navigazione, così come la navigazione, la guida ed il controllo, e le operazioni di acquisizione di informazioni da Rasad hanno funzionato bene e continuano ad operare con successo, e proseguiranno così, a Dio piacendo, sino al termine previsto delle loro fiere missioni.”
I programmi spaziali iraniani prevedono, nell’immediato futuro, il lancio di una sonda con maggiori capacità di osservazione ottica (chiamata Fajr), e, sempre entro l’anno, un volo suborbitale di una capsula con una scimmia a bordo.
Con questi ed altri programmi, i dirigenti iraniani auspicano che entro il 2024 un loro connazionale potrà raggiungere lo spazio.
Inutile dire che in occidente i progetti spaziali iraniani sono seguiti con grande attenzione e con una certa apprensione.
Fonte: Islamic Republic News Agency