Il cargo spaziale europeo ATV ha concluso ieri sera la sua missione effettuando un rientro distruttivo nell’atmosfera terrestre.
I contatti con la sonda sono stati persi ieri alle 20:41 GMT mentre stava sorvolando l’oceano Pacifico meridionale ad una altitudine di circa 80 km.
Dopo il distacco dalla ISS effettuato lunedi alle 14:46 GMT, l’ATV ha volato autonomamente, sotto il controllo del centro missione di Tolosa, per prepararsi al rientro in atmosfera, ma due ore dopo l’undocking dalla Stazione Spaziale Internazionale, un allarme detriti lanciato della NASA per un oggetto che sarebbe passato nel raggio di 50 m dal cargo, ha reso necessaria una manovra non pianificata di correzione dell’orbita attuata per evitare l’oggetto ed allontanarsi dal pericolo.
La fase di rientro vera e propria è iniziata con una prima accensione dei motori effettuata alle 17:07 GMT, e durata 10 minuti e 9 secondi, che ha rallentato la velocita’ di ATV portandolo su un orbita ellittica da cui alle 20:04 GMT, con una seconda accensione dei motori della durata di 14 minuti e 9 secondi, ha potuto effettuare il suo tuffo in atmosfera.
Appena prima di colpire l’atmosfera, per assicurare la più completa e sicura distruzione, è stato inviato al cargo spaziale un comando per eseguire una manovra di rotazione sul proprio asse.
È possibile che alcune parti di ATV siano sopravvissute all’impatto con l’atmosfera, ad esempio la sezione di testa con l’adattatore per il docking ed i motori, progettati per resistere a temperature estreme, ma il rientro è avvenuto come pianificato su un area disabitata del Pacifico Meridionale compresa tra la Nuova Zelanda, il Cile e la Polinesia Francese.
ATV-2 Johannes Kepler, malgrado alcuni problemi minori riscontrati in questi 4 mesi nello spazio, è stato un grande successo per ESA ed ha segnato nuovi record assoluti; è stato il carico utile più pesante mai lanciato da ESA a bordo di un razzo Ariane 5 e la potenza dei suoi motori ha consentito di innalzare l’orbita della ISS di oltre 40 km.
Gli ultimi istanti di ATV, cosi come in precedenza era stato fatto con il cargo giapponese HTV, sono stati registrati dal Re-entry Breakup Recorder.
ReBR è stato progettato per misurare autonomamente diversi parametri tra i quali i valori di temperatura, accelerazione e rotazione della navicella durante le fasi di rientro distruttivo, in modo da ottenere una visione senza precedenti delle dinamiche cui e’ sottoposto un velivolo spaziale in fase di rientro in atmosfera.
Tutto ciò sarà di grande aiuto nella fase di progettazione dei futuri veicoli spaziali nel tentativo di abbassare sempre più la soglia di richio dei rientri distruttivi in atmosfera.
Fonte : ESA