ISS avvicinata da detrito spaziale: nessun pericolo

La Stazione Spaziale Internazionale oggi è stata avvicinata da un piccolo detrito spaziale, che l’ha superata senza danni alle 14.08 circa ora italiana.

Situazioni come questa si sono già presentate nel passato e sono generalmente dovute a piccoli frammenti metallici o di vernice distaccatisi da satelliti o dai razzi che li portano in orbita. La pericolosità di queste “schegge” di materiale deriva dalla loro velocità e direzione rispetto a quella della ISS.

Se impattata da un oggetto, anche piccolo, che viaggia a svariate migliaia di chilometri l’ora, la Stazione Spaziale potrebbe subire danni rilevanti e mettere a rischio la vita dell’equipaggio.

Per questo motivo gli astronauti sono stati invitati ad entrare nelle due navette Sojuz, le due scialuppe di salvataggio presenti sull’avamposto orbitale, dal momento che il detrito è stato avvistato con troppo ritardo rispetto ai tempi richiesti per manovrare la ISS. Si è trattato di una misura precauzionale non dovuta, per fortuna, ad un’elevata probabilità di impatto, per la quale gli astronauti sono perfettamente addestrati.

Come previsto dalle procedure di sicurezza, quando un oggetto estraneo entra in un cubo immaginario di 250 metri di lato attorno alla ISS e non si è potuto manovrare per evitarlo, le regole prevedono le misure adottate oggi. L’utente di ForumAstronautico “Buzz”, impiegato nei ranghi ESA che si occupano del laboratorio Columbus agganciato alla ISS, spiega bene il dettaglio tecnico:

Il problema è che quando si va ad analizzare le orbite con questa precisione (per ottenere precisione su distanze di questo tipo), la meccanica classica dei due corpi non è più sufficiente. E quando si esce dal “due corpi” non esiste più un metodo matematico esatto, ed entra in gioco la statistica.

Quando si calcolano i passaggi in pratica si stima quant’è la probabilità che un detrito passi a una certa distanza. Quando la probabilità di un passaggio all’interno del box di sicurezza è più alta di un tot, allora gli astronauti effettuano una manovra oppure, se è troppo tardi, si rifugiano nella Sojuz.

I lettori stiano dunque tranquilli, nonostante i titoli allarmistici che, c’è da aspettarselo, compariranno a breve in vari siti di informazione generalista.

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Marco Zambianchi

Spacecraft Operations Engineer per EPS-SG presso EUMETSAT, ha fatto parte in precedenza dei Flight Control Team di INTEGRAL, XMM/Newton e Gaia. È fondatore di ForumAstronautico.it e co-fondatore di AstronautiCAST. Conferenziere di astronautica al Planetario di Lecco fino al 2012, scrive ora su AstronautiNEWS ed è co-fondatore e consigliere dell'associazione ISAA.