In orbita satellite per misurare la salinità dei mari
Venerdi 10 Giugno 2011, a bordo di un Delta 2 partito dalla base dell’aeronautica di Vandemberg in California, è stato immesso correttamente in un orbita elio sincrona, a 657 km di altitudine, il “Satelite de Aplicaciones Cientificas-D” nato da una collaborazione internazionale senza precedenti, guidata dall’agenzia spaziale Argentina CONAE, e con la partecipazione dalla NASA con lo strumento Aquarius (il più importante payload a bordo di cui parleremo avanti nel dettaglio) e di Italia, Francia e Canada che hanno fornito altri strumenti scientifici e del Brasile che ha effettuato i test prevolo.
Costruito in Argentina il satellite SAC-D lungo 5 metri, con i suoi 3 metri di diametro ed il peso di 1350kg al lancio è stato spedito a Vandemberg da dove ha raggiunto dopo 11 minuti un orbita di parcheggio e dopo 56 minuti la sua orbita operativa.
Come poco fa detto la NASA ha fornito, per un costo totale di 287 milioni di dollari, oltre al lanciatore della United Launch Alliance Delta 2 (che ha un impressionante record di affidabilità: 48 voli eseguiti con successo per l’agenzia spaziale negli ultimi 20 anni), lo strumento Aquarius progettato per misure estremamente precise del contenuto di sale sulla superficie degli oceani.
La grossa antenna a parabola ovale e tre radiometri a microonde, cuore di Aquarius lavoreranno come un ricevitore radio sensibilissimo per rilevare la conducibilità elettrica dell’acqua marina, permettendo agli scienziati di dedurre il livello di salinità degli oceani.
La salinità degli oceani varia da 32 a 38 parti per migliaia da zona a zona e da stagione a stagione, lo strumento Aquarius ha una risoluzione di una parte su 5000, all’incirca un cucchiaino da te di sale su 25 litri d’acqua; assieme alla temperatura, la salinità influisce sulla densità e, la differenza di densità assieme alla spinta dei venti, crea le correnti, veri e propri fiumi di acqua all’interno degli oceani che spostano enormi masse d’acqua a temperature diverse influendo sul clima del nostro pianeta.
Questa informazione assieme a quelle di altri satelliti già operativi in grado di misurare le temperature, i livelli, il colore ed i venti sulle superfici degli oceani permetterà grazie ad appositi modelli matematici creati ad hoc di valutare e fare considerazioni sulle variazioni climatiche che stiamo registrando negli ultimi anni.
Ad oggi, per misurare la salinità degli oceani, è necessario recarsi nei punti prescelti, in vari momenti dell’anno, anche freddissimi e con mari molto agitati, per effettuare i prelievi dei campioni, per questo ci sono ancora parti totalmente inesplorate e la campionatura, sebbene sia di qualche milione di misure nel corso degli ultimi 100 anni, non è comunque sufficiente per capire i dettagli della sua influenza; questo satellite ci fornirà un immagine completa della salinità ogni settimana, rivoluzionando le conoscenze degli scienziati con le variazioni mese dopo mese, stagione dopo stagione ed anno dopo anno di tutto il globo.
Questi dati forniranno inoltre informazioni anche sul ciclo dell’acqua, cioè sul dove maggiormente evapora per formare le nuvole (la salinità di quell’area aumenta) e dove la stessa rientra negli oceani (la salinità diminuisce).
Il SAC-D, come si evince dalla sigla, è il 4 di una serie di satelliti lanciati a partire dal primo SAC-A nel 1998 a bordo di Endevour nati dalla collaborazione di Argentina ed USA ed ora anche di altre nazioni. Entro 3 mesi il satellite sarà operativo e, per calibrare gli strumenti di bordo, verranno effettuati dei campionamenti nelle stesse aree dal satellite e da navi, boe ed altri strumenti inviati sul posto, e ci si aspetta una vita operativa di diversi anni.
Fonte: Spaceflight Now
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