Robonaut 2 pronto ad entrare in azione
Forse non tutti hanno notato che un membro dell’equipaggio Shuttle STS-133 non è rientrato insieme agli altri 6 astronauti al termine della missione, ma è rimasto sulla Stazione Spaziale Internazionale.
Questo nuovo astronauta si è distinto per non avere ancora svolto alcuna mansione nello spazio poiché fino a ieri è stato imballato nella propria scatola protettiva.
Per la verità si tratta di un astronauta un po’ particolare; infatti stiamo parlando di Robonaut 2, per gli amici R2, un robot umanoide spedito nello spazio con l’ultima missione Shuttle.
R2, il cui costo di sviluppo effettuato in collaborazione con General Motors è stato di circa 2,5 milioni di dollari, ora è posizionato nel modulo Destiny della ISS e proprio ieri è stato liberato e fatto uscire dal suo involucro che lo ha protetto nel suo viaggio nello spazio.
R2 è stato progettato per assolvere molti dei compiti che gli astronauti devono compiere quotidianamente per mantenere efficiente ed operativa la ISS; è dotato di un busto computerizzato, una testa dotata di telecamera, due braccia e mani con cinque dita. Gli mancano le gambe ma gli ingegneri contano di riuscire a spedirgliene un paio, insieme a nuovi e più potenti computer, nei prossimi anni.
Sono già stati pianificati e valutati i prossimi step evolutivi. Inizialmente R2 sarà posizionato su un piedistallo fisso, successivamente gli verrà data la possiblità di muoversi e arrampicarsi sulle pareti interne della ISS, dopodiché verrà abilitato a lavorare nel vuoto all’esterno della Stazione Spaziale Internazionale. Una ulteriore evoluzione prevede di dotare la famiglia Robonaut di ruote per abilitarli a muoversi sulla superficie lunare e marziana.
Rob Ambrose, capo della divisione di automazione, simulazione e robotica del Johnson Space Center di Houston, ritiene realizzabile l’idea di veder lavorare in futuro fianco a fianco astronauti e robot fino a far assumere a questi ultimi il controllo della stazione spaziale in una eventuale assenza di umani a bordo.
Ambrose ha aggiunto che R2, per prima cosa, dovrà dimostrare di essere in grado di compiere azioni in un ambiente a gravità zero, e questo sarebbe già un successo, ma per essere davvero utile dovrà essere mobile in modo che possa andare in giro a lavorare.
Per poter assolvere in tutta sicurezza a questi prossimi impegni, R2 sarà sottoposto ad un lungo periodo di test in cui saranno esaminati tutti suoi sensori per verificare le eventuali conseguenze delle forze a cui è stato sottoposto dal lancio a bordo dello Shuttle. La sofisticazione di R2 è tale che può “sentire” gli sforzi e reagire ad essi. Può afferrare oggetti ed è in grado di sentire quando li ha afferrati. Il tutto avviene autonomamente ed automaticamente.
Il robot non è dotato di batterie e per operare è necessario connetterlo alla rete elettrica della Stazione Spaziale; il suo zaino e’ infatti un grosso adattatore di tensione.
R2 seguirà nello spazio lo stesso cammino di test e certificazioni effettuato dalle generazioni che lo hanno preceduto sulla Terra.
Le aspettative e le risposte attese sono altissime tanto che anche il Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, in una telefonata con la ISS, ha scherzato con gli astronauti a bordo sui compiti che saranno assegnati al robot. La tecnologia di cui R2 è costituito potrà aiutare a creare fabbriche più sicure svincolando l’uomo dallo stress causato dall’esecuzione di azioni uguali e ripetute continuativamente nel tempo.
Fonte: NASA
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