La sonda Juno, sviluppata dell'ambito del Programma New Frontiers, è stata completamente assemblata con i vari strumenti e componentistiche nei laboratori della Lockheed Martin di Denver, Colorado, per essere sottoposta ai test strutturali ambientali.
La sonda è posta in una camera dove sarà sottoposta al vuoto ed alle temperature che incontrerà nel suo viaggio verso Giove; la durata di queste sperimentazioni è prevista di due settimane. In questo periodo saranno condotti test sulle attività di volo che la sonda eseguirà durante la missione.
I test saranno decisivi poichè verranno testati i giganteschi pannelli solari in condizione di volo.
Qualora tutti i controlli risultassero positivi Juno sarà trasferita, ai primi di aprile, al Kennedy Space Center dove sarà sottoposta agli ultimi preparativi per il lancio.
La finestra di lancio si aprirà il prossimo 5 Agosto e la missione prenderà il via dalla Cape Canaveral Air Force Station, a bordo di un razzo Atlas V.
La missione Juno è dedicata allo studio delle proprietà strutturali di Giove attraverso la misurazione della massa e delle dimensioni del nucleo, dei campi gravitazionale e magnetico, la composizione dell'atmosfera (in particolare le quantità di gas condensabili come H2O, NH3, CH4 e H2S), il profilo termico, il profilo di velocità dei venti e l'opacità della nubi a profondità maggiori di quelle raggiunte dalla sonda Galileo e investigare sulla struttura tridimensionale della magnetosfera dei poli.
Si vuole ricordare il contributo italiano alla missione, basati su due strumenti: lo spettrometro ad immagine infrarosso JIRAM (Jovian InfraRed Auroral Mapper, PI Angioletta Coradini INAF-IFSI, realizzato da Selex-Galileo Avionica) e lo strumento di radioscienza KaT (Ka-Band Translator, PI Luciano Iess dell’Università ‘La Sapienza’ di Roma, realizzato da Thales Alenia Space-I) che rappresenta la porzione nella banda Ka dell’esperimento di gravità. Ambedue questi strumenti sfruttano importanti sinergie con gli analoghi strumenti in sviluppo per la missione BepiColombo.
Fonte: NASA/JPL