Lo Space Shuttle Discovery ha attraccato al modulo pressurizzato PMA-2 alle ore 2:14 am EST, ma tutti i ganci di serraggio si sono chiusi intorno alle 3:04 pm dopo un’inatteso lungo periodo di tempo per smorzare le oscillazioni dinamiche dovute all’attracco. Con l’irrigidimento completo dell’attracco la Stazione è stata riorientata per mezzo dei propulsori vernieri del Discovery, per minimizzare i rischi di impatto con micrometeoriti e/o detriti sul delicato scudo termico dell’Orbiter. Con i nuovi arrivi la Stazione ospita ora un totale di 12 astronauti.
L’attività fotografica di controllo durante la manovra RPM si è svolta senza problemi con soddisfazione di tutti. Cady ha maneggiato la camera D2X con il teleobiettivo da 400 mm, mentre Paolo ha brandeggiato quello da 800 mm. In 90 secs sono state scattate un elevato numero di fotografie in alta risoluzione, raccogliendo tutti i particolari delle mattonelle dello scudo termico.
Poco prima del docking, Scott ha configurato l’MCS russo (Motion Control System) in modalità di “arrivo automatico su PMA-2”. Una volta che avviene il segnale di “capture confirmed” il controllo di assetto si commuta subito in volo libero, per permettere di ammortizzare le tensioni strutturali dovute al docking che però, come si è visto, hanno avuto un prosieguo più lungo del previsto.
Dopo il consueto tempo di attesa per la verifica della tenuta dell’attracco, Scott e Paolo hanno aperto i portelloni alle 4:16 pm. All’apertura prima ancora di allestire le condotte di circolazione aria, Oleg ha eseguito un prelievo di un campione d’aria nella zona del vestibolo e all’interno dell’Orbiter. Poco dopo è avvenuto l’ingresso in Stazione dell’equipaggio del Discovery a cui è seguita la tradizionale cerimonia di benvenuto e un safety briefing ai nuovi arrivati.
Come operazione di post-docking Cady Coleman ha creato nel Nodo 2 una configurazione video in modo di inviare segnali anche all’interno dell’Orbiter per seguire le operazioni con il braccio SSMRS. Cady si è inoltre occupata di piazzare sensori per la misura del flusso dell’aria tra il Nodo 2 e lo Shuttle oltre a sensori per il monitoraggio dei livelli di anidride carbonica.
Steve Lindsey e Paolo Nespoli hanno trasferito il nuovo SODF (Station Operations Data Files), manuale d’emergenza con gli ultimi aggionarmenti in termini di procedure, video ecc.
Paolo si è poi recato in Cupola per la preparazione operativa dell’applicativo DOUG (Dynamic Operations Ubiquitous Graphics) dal momento che le prime operazioni robotiche per la piattaforma ELC4 inizieranno nel giro di poche ore. Paolo Nespoli ha quindi dato supporto a Bowen e Drew nel trasferire le loro tute EVA dallo Shuttle all’Airlock e per configurare quest’ultimo in vista della passeggiata del giorno FD5.
Nel segmento russo, Kaleri ha impiegato parecchie ore per lo smontaggio e la rimozione del sistema PCE (Proximity Communications Equipment) utilizzato per il rendezvous e il docking del cargo ATV2.
In tarda serata, hanno preso il via le operazioni di trasferimento della piattaforma logistica ELC4 dalla stiva del Discovery al traliccio principale della Stazione (lato destro) con una complicata manovra che coinvolge entrambi i bracci robotici. Con Mike Barrat e Nicole Stott ai comandi del braccio SSRMS verrà estratta l’ELC4 dalla stiva e poi eseguito una “passaggio di mano” con il braccio Shuttle RMS manovrato da Eric Boe e Alvin Drew. Dopo aver lasciato la presa, SSRMS si muoverà a passo di “bruco” fino alla piattaforma mobile MBS, successivamente tutta la piattaforma con il braccio verrà traslata verso l’ELC4 (sospeso e tenuto dal RMS) per riprenderlo e portarlo finalmente verso la sua locazione finale lungo il traliccio.