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I satelliti localizzano la petroliera italiana sequestrata nell’Oceano Indiano

Il logo di AstronautiNEWS. credit: Riccardo Rossi/ISAA

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I satelliti italiani Cosmo-SkyMed hanno acquisito le prime immagini della nave petroliera italiana "Savina Caylyn", sequestrata a inizio settimana nell’Oceano Indiano da pirati somali.
 
In base alle immagini radar satellitari, acquisite mercoledì pomeriggio e giovedí mattina dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e dalla società e-GEOS, la petroliera si troverebbe a 182 miglia nautiche al largo della costa somala.

La nave, lunga 266 m e larga 46, si trovava a circa 800 km a ovest dell’India quando è stata attaccata martedì scorso. Finora non si segnalano comunicazioni dirette con la nave, né si hanno notizie dei 22 membri dell’equipaggio. 
 
Le attività di sorveglianza marittima satellitare che hanno fornito le immagini si svolgono nell’ambito del progetto MARISS, guidato dalla società e-GEOS e finanziato dal programma dell’ESA GMES per il monitoraggio globale per l’ambiente e la sicurezza.

Il progetto MARISS, partito all’inizio del 2006, combina in tempi rapidi i dati satellitari con i tradizionali dati di localizzazione delle imbarcazioni, fornendo un valido supporto nelle attività di sorveglianza marittima svolte da guardia costiera, marina militare, servizi segreti e forze di polizia doganali e di frontiera.

Le immagini e le informazioni sulla petroliera ottenute con MARISS sono state messe da e-GEOS direttamente a disposizione della Guardia Costiera italiana, che dirige le operazioni di soccorso.
 
Dino Quattrociocchi, dirigente e-GEOS per il progetto MARISS, ha dichiarato: «In questa occasione abbiamo dimostrato non solo quanto siano rapidi i tempi di reazione in simili eventualità, ma anche quanto le capacità di localizzazione delle navi siano più ampie rispetto alla copertura dei tradizionali sistemi di sorveglianza costiera».

Secondo Dario Cau e Walter Conti della Guardia Costiera italiana, «le immagini satellitari rappresentano un ottimo mezzo per localizzare le imbarcazioni in mare aperto, fornendo allo stesso tempo importanti informazioni anche su quello che accade nell’area intorno alla nave sequestrata».

Fonte: ESA

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