MagISStra: mercoledì 29 dicembre
Da questa mattina e per le prossime 24 ore, Paolo Nespoli eseguirà su se stesso il prelievo di campioni di fluidi (sangue e urina) come parte integrante del protocollo NUTRITION. Si tratta del progetto più completo messo in atto dalla NASA per la ricerca sui cambiamenti fisiologici umani, che avvengono nel corso dei voli spaziali di lunga durata. I campioni vengono poi registrati e inseriti in MELFI (-80°C).
Tra l’altro con l’aiuto di Scott Kelly in versione ufficiale medico CMO (Crew Medical Officer), Paolo si é sottoposto al suo primo controllo sulle condizioni generali di salute (che non prevede esami specifici, una sorta di visita ambulatoriale). Successivamente, lo stesso Paolo ha vestito i panni di CMO per assistere Cady Coleman, nelle operazioni di prelievo sanguigno.
Alex kaleri ha configurato l’hardware per l’esperimento russo PNEVMOKARD, con cui poi ha condotto una sessione di circa un’ora e mezza. L’esperimento, utilizza uno sfigmomanometro per misurare la pressione sanguigna e mira all’acquisizione di informazioni, per perfezionare la comprensione dei meccanismi di adattamento del sistema cardiocircolatorio, in condizioni di volo spaziale.
Paolo Nespoli ha installato 4 dispositivi PaRIS (Passive Rack Isolation System) per bloccare in modo sicuro le guide del sensibile (alle sollecitazioni dinamiche) FCF (Fluids & Combustion Facility) all’interno del Rack CIR (Combustion Integrated Rack). L’operazione si rende necessaria in vista delle sollecitazioni che verranno create con i prossimi docking e reboost della ISS.
In seguito, Paolo ha dato una mano a Scott un po’ in difficoltà con la sua IFM (In-Flight Maintenance) sul Rack denominato FIR (Fluids Integrated Rack). Difatti, in un determinato momento della attività il FIR si trovava ad essere privo di vincoli e fluttuante con Scott che doveva eseguire dei serraggi, Paolo lo ha aiutato trattenendo il Rack. La IFM si é resa necessaria per la sostituzione di uno smorzatore meccanico danneggiato.
Dmitri Kondratyev e Oleg Skripochka, hanno speso altre 3 ore e mezza per la preparazione del materiale che verrà utilizzato nella prossima EVA-27. Il materiale raccolto include le coperture esterne che si dovranno applicare, matassine di cavo e kit per il cablaggio, lo stesso sistema di trasmissione dati ad alta velocità; il tutto posizionato in un’area dell’Airlock russo DC-1 che servirà come zona di allestimento.
In Columbus, Cady Coleman dopo l’allestimento di ieri, ha condotto la sua prima sessione di VO2max. Questa attività serve per valutare il massimo assorbimento di Ossigeno e avere una stima submassimale di quanto avviene prima, dopo e durante una missione di lunga durata. Nel 2006, NASA ha individuato delle lacune riguardo la conoscenza medica e scientifica sulla risposta dell’organismo umano al volo spaziale. Una delle lacune, riguardava la misurazione diretta del massimo consumo di Ossigeno (VO2max) durante le missioni spaziali. Una ridotta capacità VO2max, causa una meno efficiente capacità da parte degli astronauti di compiere mansioni faticose (come ad esempio le attività EVA). VO2max non era mai stato approfondito negli anni passati, ne vi erano metodi per tenerne traccia. Pertanto il programma per tenere sotto controllo la capacità aerobica, viene fatto utilizzando sensori per la verifica della frequenza cardiaca e il consumo di Ossigeno, sommando l’uso di attrezzi ginnici dedicati allo sforzo come il CEVIS e di altri dispositivi adatti allo scopo.
Lavorando all’interno del modulo di discesa della “sua” Sojuz TMA-20/25S, Dmitri ha continuato con l’attività di troubleshooting sull’analizzatore gas utilizzando un multimetro per delle misurazioni. La ricerca vuole approfondire il motivo per cui é saltato un fusibile sulla linea di alimentazione.
Paolo e Cady hanno nuovamente approfittato della possibilità di avere del tempo libero, destinato alla familiarizzazione con l’ambiente e gli equipaggiamenti della Stazione Internazionale.
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