Due deroghe per la licenza di rientro del COTS Demo-1 di SpaceX

Il logo di AstronautiNEWS. credit: Riccardo Rossi/ISAA
Il logo di AstronautiNEWS. credit: Riccardo Rossi/ISAA

L'FAA, la Federal Aviation Administration ovvero l'agenzia per la sicurezza del volo più importante al mondo ha reso noto che nel concedere la licenza di rientro atmosferico alla SpaceX per l'imminente volo del primo prototipo della Dragon, ha derogato a due dei requisiti richiesti per l'ottenimento.
Fra le due deroghe la primi è formale mentre la seconda sostanziale rispetto ai requisiti imposti per l'ottenimento.
Per poter soprassedere ai due requisiti sono state richieste da SpaceX altrettante deroghe e alla fine entrambe sono state accettate.
Il primo requisito formale e non rispettato era quello di procedere alla richiesta di rilascio della licenza almeno 60 giorni prima del volo, questo non è stato fatto, trasmettendola solo l'11 Ottobre, ma si è provveduto ugualmente al rilascio. Il secondo invece, non potendo SpaceX dimostrare il raggiungimento del valore richiesto di rischio statistico per la popolazione di 0,00003 incidenti da detriti per volo, FAA si è fatta carico dell'approvazione dei requisiti di sicurezza in quanto il rischio calcolato complessivo era di 0,000047.

Come elementi attenuanti al mancato raggiungimento del fattore di rischio richiesto è stato considerato che:
– Lo scudo termico è stato modificato di modo che se la capsula rientrasse con un assetto errato la stessa si distrugga in volo senza arrivare al suolo
– La missione può essere prolungata per permettere un rientro in una zona predefinita
– La capsula può espellere in maniera autonoma il propellente nel caso il rientro non sia nominale, con la possibilità di comandare l'espulsione anche dal suolo
– Nel caso il deorbit burn non sia nominale tutto il propellente verrà espulso.
– Un comando da terra, ricevuto tramite uno dei tre ricevitori radio di bordo e trasmesso da diverse stazioni a Terra e a diverse frequenze, può far espellere tutto il propellente e scaricare completamente le batterie per evitare fumi tossici o esplosioni all'atterraggio.
– La Dragon ha un sito di atterraggio preimpostato e raggiungibile autonomamente a oltre 780km dalla costa.
– I sistemi critici di bordo sono monitorati autonomamente in real-time
– La capsula ha almeno il doppio di propellente ed energia a bordo rispetto al necessario
– I sistemi di guida inerziale e il computer di bordo fanno parte di hardware già ampiamente testato nello spazio in differenti missioni
– Il paracadute "drogue" è ridondante e i paracadute "main" sono 2 volte ridondanti
– Il sistema propulsivo è ridondante e il rientro può avvenire anche con 2 thruster fuori uso
– Tutti i sistemi primari sono ridondanti.

La missione originariamente prevista per l'8 Novembre è attualmente prevista per non prima del 9 Dicembre, con l'ultimo rinvio annunciato da poche ore e causato da problemi al lanciatore rilevati in precedenza. Si tratta del secondo lancio del vettore pesante di SpaceX, il Falcon 9 e del primo volo di un prototipo della capsula Dragon, vincitrice del programma COTS della NASA per il rifornimento di materiale alla ISS.
La missione avrà una durata di alcune ore e servirà per testare le fasi salienti di volo della capsula, dal lancio, la sopravvivenza in orbita, il rientro e infine il recupero.

Per diminuire i rischi al rientro, l'accensione avverrà solamente se la capsula passerà i test sullo stato dei sistemi che verranno effettuati una volta in orbita, diversamente non verrà impartito il comando per l'accensione e la capsula rimarrà in orbita.
 
Fonte: FAA

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Alberto Zampieron

Appassionato di spazio da sempre e laureato in ingegneria aerospaziale al Politecnico di Torino, è stato socio fondatore di ISAA. Collabora con Astronautinews sin dalla fondazione e attualmente coordina le attività fra gli articolisti.