EPOXI svela i segreti della cometa Hartley 2.
La sonda della NASA EPOXI ha sorvolato con successo la cometa Hartley 2 alle 10 a.m. EDT dello scorso Giovedì 4 Novembre 2010. Le primissime immagini del flyby inviate alla Terra hanno già permesso agli scienziati di ottenere nuove informazioni riguardo al volume della cometa e al materiale emesso dalla sua superficie.
“Le prime osservazioni della cometa mostrano che, per la prima volta, dovremmo essere in grado di collegare l’attività alle caratteristiche individuali del nucleo.” ha spiegato Michael A’Hearn, principal investigator di EPOXI dell’University del Maryland di College Park. “ Indubbiamente abbiamo molto lavoro da fare. Le immagini ricevute sono colme di ottimi dati sulla cometa; del resto era quello che speravamo.”
Ricordiamo che EPOXI è l’estensione della missione Deep Impact. La fase di incontro con la cometa Hartley 2 è incominciata alle 4 p.m. EDT del 3 Novembre quando la sonda ha puntato le proprie due fotocamere sul nucleo cometario. Le riprese sono incominciate 1 ora più tardi.
Ed Weller, associate administrator del Science Mission Directorate della NASA presso gli HQ di Washington, ha sottolineato che “La sonda ha effettuato le più estese osservazioni di una cometa della storia. Gli scienziati e gli ingegneri hanno letteralmente spremuto della scienza di livello mondiale da questo nostro veicolo spaziale riutilizzato ad una frazione del costo di una nuova missione scientifica, relativamente a quanto versato dai contribuenti.”
Le immagini della missione EPOXI evidenziano il fatto che la cometa Hartley 2 ha un volume di 100 volte inferiore rispetto a quello della cometa Tempel 1, il primo target della missione Deep Impact. Naturalmente, nel prosieguo delle analisi dei dati raccolti ci si aspettano altre scoperte sulla Hartley 2.
La fonte ufficiale dell’ente spaziale americano spiega che le stime iniziali indicano che la sonda americana è passata a circa 700 km dalla cometa nel punto di massima vicinanza, ovvero a quasi la stessa esatta distanza calcolata inizialmente dagli ingegneri prima del flyby.
“Il fatto di aver azzeccato la distanza esatta del flyby è una testimonianza delle capacità del nostro team.” Ha notato Tim Larson, project manager di EPOXI presso il Jet Propulsion Laboratory (JPL) della NASA di Pasadena, California. “Da un lato è bello ricevere queste immagini, dall’altro sappiamo che c’è ancora molto lavoro da fare. Abbiamo ancora tre settimane di osservazioni nel corso di questo nostro viaggio fuoribordo.”
Il nome EPOXI è la combinazione dei nomi delle due estensioni di missione: L’Extrasolar Planet Observations and Characterization (EPOCh) e del flyby della Cometa Hartley 2, denominato Deep Impact Extended Investigation (DIXI). La sonda ha conservato il nome Deep Impact. Nel 2005 Deep Impact ha rilasciato con successo una massa che è andata ad impattare con la cometa Tempel 1 analizzandone in seguito la nube di detriti sprigionatasi.
Il JPL della NASA gestisce la missione EPOXI per conto dello Science Mission Directorate dell’ente spaziale americano.
La sonda è stata costruita dalla Ball Aerospace & Technologies Corp. di Boulder, Colorado.
Nell’immagine: la cometa Hartley 2 immortalata dal Medium Resolution Instrument di Deep Impact al punto di minor distanza del flyby, circa 700 km. Il nucleo della cometa misura circa 2 km in lunghezza e 400 metri in larghezza al punto più stretto. Si possono ammirare i getti di gas che si sprigionano dalla superficie del corpo celeste. Image credit: NASA/JPL-Caltech/UMD
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