Cloud Computing per i rovers marziani
Dal sito del JPL apprendiamo che il team che gestisce le operazioni dei rovers Spirit ed Opportunity e' divenuto la prima unita' NASA a sfruttare il "cloud computing" per le attivita' quotidiane della missione.
Il JPL ha abbracciato questa nuova modalita' di elaborazione dati "distribuita" dopo un periodo di prova con impieghi differenti, inclusa la partecipazione ai siti pubblici riguardanti l'esplorazione marziana. Dal novembre scorso, infatti, presso il sito http://beamartian.jpl.nasa.gov/ e' possibile registrarsi e partecipare all'analisi dei dati provenienti da Marte. Piu' di 50mila persone hanno gia' aderito al progetto.
Un'altra iniziativa ha riguardato le scuole inferiori, con una applicazione distribuita che permette agli studenti di inserire didascalie sulle immagini provenienti dalle sonde marziane.
Il cloud computing consente di accedere alla potenza di elaborazione esterna se e quando necessario, con notevoli risparmi di risorse, ed e' reso possibile dai grandi sviluppi della rete internet in termini di stabilita' e capacita'. L'insperata, incredibile longevita' di Opportunity e (in misura appena minore) di Spirit hanno portato alla saturazione delle risorse informatiche che erano state previste per una missione che avrebbe dovuto durare 3 mesi ed ha invece superato i 6 anni. Questo rende le potenzialita' pressocche' illimitate del cloud computing ancora piu' appetibili per gli scienziati della NASA.
Le esperienze di questi mesi con Spirit ed Opportunity saranno preziose per le prossime missioni, prima fra tutte quella di Curiosity del 2012.
fonte: JPL
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