Attivo il nanosatellite biomedico O/Oreos
Il nanosatellite O/Oreos, lanciato venerdì 19 Novembre col vettore Minotaur-IV da Launch Complex in Alaska è regolarmente in orbita a 400 miglia d’altezza ed è regolarmente funzionante.
L’importanza rivestita da questo, come dagli altri nanosatelliti lanciati contemporaneamente, è data dal fatto che è possibile gestire esperimenti nell’ambiente spaziale ed in microgravità a costi contenuti.
Il satellite in questione merita comunque una particolare attenzione.
Innanzitutto la particolarità dell’esperimento, valutare il comportamento di forme di vita all’ambiente spaziale e al suo carico di radiazioni.
Nel satellite O/Oreos, del peso di 12 libbre, sono contenuti due differenti carichi utili; il primo, dell’esperimento SELSO contiene due tipi di microbi posti in stato di spora o di riposo vegetativo: Chaoviatoris Halorubrum Subtilis e Bacillus.
Appena avviato l’esperimento i campioni sono appositamente reidratati e esposti all’ambiente.
Il cambiamento di colore di particolari reagenti dei terreni di cultura sarà l’indice di sopravvivenza, di attività metaboliche e della loro crescita; il cambiamento di colore è rilevato da appositi sensori che rimanderanno a terra i segnali.
Il secondo esperimento, che si attiverà il prossimo 26 Novembre, è costituito da campioni di molecole organiche appositamente selezionate a seconda di quelle che sono più presenti nello spazio profondo e saranno esposte alle radiazioni ultravioletta (UV), cosmiche.
Gli scienziati studieranno la stabilità delle molecole attraverso l'esame delle variazioni intervenute nell’UV, nel visibile e nel vicino-infrarosso.
Il secondo punto importante di questo esperimento è il modo di raccogliere i dati; per mantenere contenuti i costi i ricercatori si affidano alla comunità dei radioamatori; infatti circa tre ore dopo il lancio, il radioamatore italiano Marco Bruno, a Torino. ha ricevuto i primi segnali da O/Oreos.
Tale missione è stata ideata dagli studenti della Santa Clara University, di Santa Clara, California.
La vita massima del sistema è stimata intorno ad un anno, mentre il satellite resterà in orbita si presume per 25 anni prima di rientrare a terra distruggendosi negli strati alti dell’attrmosfera.
Questa tecnologia dei nanosatelliti e del coinvolgimento della comunità radioamatoriale internazionale nella ricezione dei dati è un’importante tappa nel poter offrire ricerca spaziale ad enti che non hanno le rirsorse per poter inviare esperimenti, ad alta ricaduta scientifica, direttamente su ISS.
FonteNASA
Nell'immagine (Credit NASA) l'assemblaggio di O/Oreos
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