Durante una conferenza stampa organizzata da Boeing, e dopo una prima presentazione contemporanea al lancio del progetto al salone di Farnborough, sono state presentate più in dettaglio e con maggior chiarezza le caratteristiche e gli obiettivi della capsula CST-100.
Il colosso americano, con la collaborazione della Bigelow Aerospace, ha infatti ufficializzato il progetto di realizzazione di una capsula per il volo in LEO e vendibile a soggetti commerciali, appunto la Bigelow Aerospace in primis, o a enti di ricerca e istituzioni interessate all’acquisto di opportunità di volo a costi contenuti.
Il progetto è attualmente in fase avanzata di sviluppo presso i Phantom Works di Huntington Beach e l’obiettivo proclamato è quello di arrivare per primi sul mercato cercando di accaparrarsi più clienti possibile in concorrenza con gli altri progetti, più o meno concreti, attualmente presenti nel panorama commerciale.
Il progetto, come altri in sviluppo, è strettamente vincolato alla disponibilità dei fondi previsti con la prossima legge “finanziaria” USA in fase finale di stesura.
Attualmente la maggior parte dei test e dello sviluppo si è reso possibile con i 18 milioni di dollari elargiti dalla NASA nell’ambito del programma CCDev (Commercial Crew Development).
In ogni caso il primo esemplare della capsula è già in fase di realizzazione ad Huntington Beach, con il “primo taglio” della lamiera già avvenuto e nel medesimo stabilimento è in fase di realizzazione il primo scudo termico e una nuova facility per la simulazione della procedura di docking.
Se i fondi al programma fossero confermati la tabella di marcia potrà procedere a passi decisi con un test di abort a quota 0, un test ad alta quota e un volo senza equipaggio entro il 2013-14, con il primo volo umano nel 2015.
La capsula sarà destinata prettamente all’utilizzo in LEO e secondo le intenzioni della Società permetterebbe alla NASA di concentrare i propri sforzi su Orion direttamente oltre l’orbita terrestre delegando i servizi in orbita terrestre.
Attualmente sono già state raggiunte 22 delle 36 milestones previste dal programma CCDev, le altre 8 entro fine anno, ed entro 3 mesi sarà annunciato dove verrà costruita, con Florida, Nevada, Alabama e Texas a contendersi gli stabilimenti.
Per quanto riguarda le caratteristiche tecniche il rientro è previsto possa avvenire sia in mare quanto a terra, anche se il sito di atterraggio previsto sarà nel deserto di Edwards.
La capsula, di 4.5m di diametro e fino a 7 membri di equipaggio, sarà riutilizzabile fino a 10 volte e dotata di un sistema di abort di tipo “pusher”, differente da quello previsto da Orion e utilizzato su Apollo e Sojuz, con propellente MMH/NTO e thruster ad alte e basse spinte per il RCS.
I costi di servizio, secondo le intenzioni, saranno concorrenziali con la Sojuz (57 milioni di dollari a sedile).
Il lanciatore non è attualmente designato in quanto potrà essere uno fra Atlas V, Delta IV o Falcon 9.
Il primo test di abort a bassa quota è in fase di preparazione mentre sono già iniziati i “drop test” per il sistema di rientro e atterraggio.
Sempre entro l’anno si concluderanno i test per il software, la cellula (in collaudo presso la Bigelow), il sistema di guida e navigazione e il Life Support System.
Il sistema di rendezvous sarà strettamente derivato da quello sviluppato, sempre dai Phantom Works di Boeing, per Orbital Express.
Oltre al contratto di collaborazione con Bigelow, Boeing è in lizza, principalmente con SpaceX, per il contratto di supporto alla ISS per il trasporto di equipaggi della NASA e lo scenario previsto dai più è che il contratto se confermato verrà affidato a due diverse Società (come già avvenuto con SpaceX e Orbital per il COTS) per limitare i rischi.
Fonte: Boeing