Una telecamera riprendera’ la discesa di Curiosity

Il logo di AstronautiNEWS. credit: Riccardo Rossi/ISAA
Il logo di AstronautiNEWS. credit: Riccardo Rossi/ISAA

Nell’agosto del 2012, il grosso rover Curiosity tocchera’ il suolo marziano dopo una discesa che appare davvero fantascientifica. Chiuso dentro la capsula costituita dal guscio posteriore e dallo scudo termico, il mezzo entrera’ nell’atmosfera a 125 km di altitudine, con una velocita’ di circa 5,8 km/sec.. Dopo circa 4 minuti si apriranno i paracadute, a circa 10mila metri di altezza, ed ad una velocita’ ridotta a meno di 500 metri al secondo. Altri 28 secondi e lo scudo termico si stacchera’ (7mila metri di altitudine). Siamo ora a 160 metri al secondo di velocita’ di discesa. A meno di duemila metri di altitudine, il guscio posteriore si stacca, portandosi dietro i paracadute: ora il compito di frenare il vascello ricade sugli otto retrorazzi a potenza regolabile. A 20 metri di altitudine, solo 4 razzi rimangono in funzione, tenendo sospesa in aria la piattaforma dalla quale viene calato a terra il rover per mezzo di funi di nylon. Appena si ha conferma del contatto, la piattaforma si allontana con un ultimo getto dei propulsori.

La NASA ha installato sulla parte inferiore del rover una speciale telecamera (Mars Descent Imager, o MARDI), che consentira’ di seguire “in soggettiva” lo svolgersi di questi eventi, che verranno registrati, a circa 4 frames al secondo e con una risoluzione di 1600×1200 pixels, sulla memoria flash dell’apparecchio.

A questo punto, pero’, scienziati ed appassionati dovranno armarsi di pazienza. Oltre al tempo materiale necessario per superare i 250 milioni di km di distanza, infatti, occorrera’ trovare il momento giusto per inserire le immagini nell’enorme mole di dati che affluira’ da Marte per il tramite dei due orbiters, che saranno in posizione idonea per ricevere e trasmettere per un tempo limitato ogni giorno.

Pertanto, si procedera’ per gradi, cominciando con una serie di “thumbnails” della ripresa, con poche immagini a piena risoluzione. Successivamente verrano trasmessi i fotogrammi completi. Questo potrebbe richiedere giorni, se non settimane.

Il MARDI ha una notevole importanza scientifica. Innanzi tutto, consentira’ agli esperti di valutare immediatamente e da vicino il sito di atterraggio, senza attendere il sorvolo da parte degli orbiters. In seguito, permettera’ di tracciare con precisione i movimenti del rover, o anche di realizzare mappe geologiche. Il suo impiego verra’ deciso giorno per giorno in base alle disponibilita’ di energia ed ai tempi della missione.

MARDI e’ stato sviluppato dalla Malin Space Science Systems, e consegnato nel 2008, quando ancora pareva possibile un lancio nel corso del 2009. La medesima ditta ha prodotto la Mast Camera ed il Mars Hand Lens Imager, con i quali MARDI condivide alcuni tratti progettuali, tra cui i rivelatori di elettroni.

Fonte: NASA/JPL

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Paolo Actis

Paolo ha collaborato con AstronautiNEWS dal maggio 2008 al dicembre 2017