Le capsule private prendono forma a Torino
A Torino ci sono due cilindri che rappresentano il simbolo del cambiamento dei tempi, di un nuovo modo di intendere lo Spazio. Questi cilindri sono i componenti fondamentali di due veicoli privati per il rifornimento alla Stazione Spaziale Internazionale che verranno lanciati il prossimo anno. Queste nuove capsule da carico senza equipaggio vanno sotto il nome di Cygnus e saranno in grado di trasportare un paio di tonnellate di cibo e attrezzature verso la Stazione a 350 chilometri di quota.
Il veicolo automatico Cygnus è prodotto dalla Orbital Sciences Corporation a Dulles in Virginia. Si è aggiudicata un contratto da 1,9 miliardi di dollari dall’Agenzia Spaziale Statunitense (NASA) per rifornire la ISS con 20 tonnellate di beni di consumo e pezzi di ricambio da qui al 2015.
Questa politica fa parte del nuovo approccio della NASA, un tentativo di portare una maggiore enfasi commerciale al volo spaziale umano ottenendo che l’industria privata sviluppi nuovi vettori e veicoli invece di portare avanti tali progetti direttamente al suo interno. Aziende come Orbital ricevono denaro solo quando dimostrano di aver ottenuto dei risultati.
Orbital sta sviluppando sia il razzo Taurus II, destinato a lanciare Cygnus, che le unità di servizio e di propulsione della capsula da carico, la parte del veicolo spaziale Cygnus, che contiene i computer, la navigazione e sistemi di orientamento e di propulsione. Ma per il Pressurized Cargo Module (PCM) (l’elemento che contiene il prezioso materiale destinato agli astronauti) Orbital si è rivolta alla compagnia franco-italiana Thales Alenia Space (TAS). In realtà Cygnus sarà un veicolo con una elettronica semplificata rispetto ad altri moduli che raggiungono la ISS: sia l’ATV che le Progress hanno sofisticati sistemi di attracco automatico non presenti in questa capsula. Le operazioni di ormeggio a bordo della Stazione verranno effettuate dagli astronauti per mezzo del braccio robotico SSRMS. Per Cygnus sarà sufficiente avvicinarsi alla ISS per essere agganciato e messo in posizione.
Il contributo TAS è di gran lunga la più grande partecipazione europea in un progetto nato negli Stati Uniti, soprattutto in questa epoca in cui il “nuovo spazio” si sta affermando. Il valore TAS dell’iniziativa Cygnus è di 200 milioni di dollari. Ricordiamoci che è fonte di orgoglio per noi sapere che, nella parte americana della stazione spaziale, più della metà del volume pressurizzato (quello in cui gli astronauti vivono e lavorano) è stato costruito dalla TAS nel suo stabilimento di Torino.
E proprio lì sono posizionati i primi due Pressurised Cargo Module del Cygnus. Hanno davanti a se circa sei mesi di lavoro per l’allestimento prima di essere spediti a Dulles per essere accoppiati con i loro moduli di servizio. La struttura esterna è derivata da segmenti cilindrici tagliati da tubi di metallo forgiato in grado di mantenere uno spessore di appena 3,2 millimetri. I segmenti dei cilindri sono poi uniti alle estremità a seconda della lunghezza che dovrà avere Cygnus. Per la capsula standard sono utilizzati due segmenti, mentre per la versione estesa che porterà 2,7 tonnellate di materiali ne viene aggiunto un terzo. La prima spedizione verso Dulles è prevista a febbraio, per un lancio previsto a giugno. I tempi a disposizione per la TAS sono quindi abbastanza ristretti.
Come è risaputo, in questo momento c’è un vivace dibattito in corso negli Stati Uniti, e non solo, sulle politiche perseguite dalla Casa Bianca per la NASA. Molte voci nel Congresso deplorano il grande cambiamento e hanno chiamato direttamente in causa le capacità tecniche (in modo più specifico gli standard di sicurezza) seguiti dai progetti commerciali.
È una pressione che si avverte attraverso l’Atlantico fino in Italia. Ma la vera sfida è proprio questa: dimostrare che si può essere veloci, si può essere a buon mercato e contemporaneamente si può mantenere qualità e sicurezza allo stesso livello di tutti gli altri moduli della Stazione Spaziale Internazionale.
Vicino ai PCM Cygnus, presso l’impianto di Torino, sono presenti altri moduli in preparazione. Come per esempio l’ATV-3 per l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) intitolato ad Edoardo Amaldi. È in preparazione come Integrated Cargo Carrier (ICC) proprio in queste officine. L’Automated Transfer Vehicle è una grande capsula di carico, più del doppio del Cygnus e con un livello di sofisticazione che va ben oltre il suo cuginetto americano. Il veicolo ESA fa parte di un programma del costo di miliardi di euro. Il confronto fra i due veicoli non è comunque così facile. Essi rappresentano approcci molto diversi. Ma la cosa che vale la pena di evidenziare è che TAS, che potrebbe essere considerata una vecchia società spaziale, è desiderosa di fare la sua parte nel nuovo modo di intendere lo spazio. Si stanno addirittura prendendo in considerazione i moduli gonfiabili a basso costo che potrebbero essere inviati nello spazio, sul tipo di quelli della Bigelow.
Fonte: Jonathan Amos, giornalista BBC
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